martedì 14 gennaio 2020

COMPASSIONE 3



(…) Questo testo vuole mostrare, come per allineati tableaux di
       un'immaginaria esposizione, alcune figure di una storia della
       compassione, così come la scrittura e l'arte ce le hanno
       consegnate. Ho detto " storia ", ma è davvero un azzardo che
       si possa fare storia dei sentimenti, o storia delle passioni.
       Perché sentimenti e passioni hanno tante modulazioni e
       vibrazioni quanti sono gli individui. E così è della loro
       rappresentazione, variegatissima. Ci si può soltanto affacciare
       sulla lingua del sentire, sulla lingua del patire, sui segni del
       loro apparire, sulle stazioni e le forme del loro svolgimento.
      Questo sguardo,e questo ascolto,possono a loro volta diventare
      racconto. Un racconto tessuto con le parole e i pensieri dei
      classici. Con le immagini che provengono dal mito, dalle sue
      interpretazioni, dall'antica tragedia greca, dalle narrazioni
      moderne, dalla terra della poesia e dell'arte. Perché in questi
      linguaggi l'altro, - che abbia un volto familiare o ignoto - è
      fonte di costante interrogazione. E' il respiro del corpo, con la
      sua  irrepetibilità, a farsi lingua, figura, ritmo. La scrittura e
      l'arte ci restituiscono, della compassione , insorgenze e
      vibrazioni, segnali e compimenti, sospensioni e deviazioni,
      eccessi e attenuazioni.
    Se la compassione muove anzitutto dal riconoscimento dell' altro
     in quanto corpo e linguaggio, pensiero e desiderio, c'è un tempo
     in cui questo riconoscimento s'incrina o scompare. E' il tempo
     tragico. La guerra è il nero trionfo di questo tempo. E con la
     guerra, con l'oblio della compassione, l'esercizio sistematico
     della spietatezza . La tecnica, che ha affinato i modi della
     distruzione, si mette al servizio di questa morte della pietà. La
     disumanizzazione - e la violenza sulla natura e sulla stessa
     storia costruita dall'uomo - coincide con l'astrazione dalla
     singolarità vivente e senziente di ogni individuo, umano o
     animale. In questa astrazione la presenza dell'individuo - volto,
     nome, corpo, pensieri,sentimenti -è svuotata di senso, di palpito,
     di esistenza stessa. Narrazione e poesia hanno tuttavia mostrato
     come - nel cuore del tragico - e contro il furore dell'
     annientamento, si possa levare, proprio a partire dallo sguardo
     sul dolore altrui, il tu di una ritrovata fraternità. La
     compassione è lo spazio in cui, dal fumo della distruzione, si
     leva e disegna il profilo di questo tu.  (…)



                               Antonio  Prete    da     Compassione

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