La missione delle storie è quella di essere ascoltare con l'anima…
(…) Vi rivelerò subito che non appartengo alla divina schiera di
coloro che vanno nel deserto e tornano gravidi di saggezza.
Sono passata da molti focolari e ho sparso doni angelici là dove
ho dormito, ma il più delle volte - invece della saggezza - ho
trovato episodi sconvenienti di Giardiasis, E. coli, dissenteria
amebica. Questo è il fato di una mistica della classe media
degli intestini delicati.
La saggezza o le nozioni scoperte nei miei viaggi in posti strani
e tra gente insolita, ho imparato a tenerle nascoste perché
talvolta il vecchio padre Academo,( eroe mitico dell' Attica ,
probabilmente antica divinità lunare, n.d.r. ) , come Crono, ha
la tendenza a divorare i figli prima che diventino curativi o
sorprendenti. Questa sorta di superintellettualizzazione oscura
i disegni della Donna Selvaggia e la natura istintuale delle
donne.
Dunque, per intensificare la nostra relazione parentale con la
natura istintuale, è di grande aiuto comprendere le storie come
se fossimo dentro di esse, e non come se esse stessero al di fuori
di noi. Entriamo in una storia attraverso la porta dell'ascolto
interiore. La storia narrata, tocca in chi la ascolta, quel nervo
che corre attraverso la base del cranio giù fino al cervelletto,
appena sotto il ponte di Varolio. Allora gli impulsi degli
ascoltatori sono spinti verso la consapevolezza oppure - si dice-
verso l'anima… a seconda del modo in cui ascoltiamo.
Antichi dissertori dicevano che il nervo degli ascoltatori si
divide in tre o più vie nella profondità del cervello. Pertanto
supposero che l'orecchio potesse ascoltare a tre diversi livelli.
Una diramazione - si diceva - ascolta le conversazioni mondane.
Una seconda diramazione apprendeva l'arte e il sapere. E la
terza esisteva affinché l'anima stessa potesse ascoltare la guida
e capire il perché del passaggio sulla terra.
Ascoltate dunque con l'anima, perché questa è la missione delle
storie. (…)
Clarissa Pinkola Estés da Donne che corrono coi lupi
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