sabato 4 gennaio 2020

L'OTTAVO GIORNO DELLA SETTIMANA

 
 

                                                         Camuffa l'addio in un vago ritorno…


Se fossi qui
come sei stato
ti direi
con la luce ancora nell'interstizio dell'albero
dormi
dormi prima del sonno
dormi prima di un brutto sogno
prima che ti punga il cardo
cancella quel viaggio lontano
incunabolo.


                                         ***

Si doveva tacere
per dirsi d'amare
come piccole persone
viste dall'alto,
altri da noi
con delle presunte  tenere parole.


                                    ***

Dammi un giorno così
in cui il tormento si acquieta
come l'acqua ad agosto,
i primi segni del riposto, lo spoglio
dei prati
dove il tarassaco si toglie l'occhio giallo;
dammi un giorno per benpansarti,
lentamente,
come cibo cotto per le ricorrenze,
un ricordo largo e al largo
un legno sbianchito da pazienti correnti
;
dammi un giorno più piccolo,
ho vita breve
qualche minuto dopo le sette,
il mio fiato si esaurisce svelto,
sono un pezzo di specchietto
che fa da mare
tra il dire e il fare.


                                                         ***

Non fare chiasso in questo sogno
ho appena aperto l'alba
come guscio di pulcino,
non accelerare il passo
vai piano
lascia che le zampette affaticate di notte
traballino quel tanto,
e resta un poco
incerto sull'ora, il giorno, l'anno domini;
a breve arriveremo al crocicchio
alla stazione di discesa
che quasi nessuno conosce
e che a me avvisa per nome;
del resto non sapremo niente
non siamo ferrati per l'eterna esistenza
a lungo l'abbiamo sudata
quest'azzurra gioia
e del come e perché
sia sempre la prima sorpresa.


                                               ***

Il mio amore
è come la merla
che guarda con un occhio solo
e l'altro lo riserva;
scende a terra, imbecca le paglie
le migliori per fattezza, resistenza,
non fa niente se dovrà fare mille atterraggi
zigzagare pericoli
sentirsi minacciata
ogni volta che muove foglia
il mio amore è come la merla
saggia la terra
decide la casanidiata
la biforcazione ombreggiata
ha studiato l'inganno della fretta
ogni freddo, il fortunale, l'arte della dispensa,
non si sa se pensa
da quel solo punto di vista,
l'istinto è alto, incalcolati e decolli e i paurosi atterraggi.


                                  ***

Qualche volta mi piango da sola
in questa casa che hai chiamato bis
come un'opera in copia fotostatica,
miniatura, nuova anticaglia;
così mi esercito all'abitudine
della tenda bianca
della lampada stanca
della luce urbana che sale dalla strada,
ma dimora è la mola della parola
l'impalpabile
che diventa
dell'amore il sudore.


                                     ***

Scusa, il sasso che ti porto
non è incartato,
il nastro avvolto
al tuo infinito.


                                            ***

Aspettare che ti si sveglino gli occhi,
com'erano, vortici.


                               

            Daniela  Andreis   da   L'ottavo giorno della settimana


2 commenti:

  1. "mi sei apparsa in sogno e non hai detto niente". (cit)

    tutto splende prima che inizi lo splendore.

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  2. " Un sogno che non viene interpretato è come una lettera che non viene letta" . ( cit. dal Talmud)

    I sogni sono profetici o svelano desideri inconsci.
    O forse entrambe le cose? ( cit. da me )

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