giovedì 23 agosto 2018

LETTERE ALLA FIDANZATA ( Sigmund Freud ) 2


Vienna, 9 Ottobre 1883

(…)Amata, piccola Martha,
      che cosa sto facendo? Sono più attivo e più in forma che mai.
      Perlopiù divoro un'enormità di giornali che in parte leggo per
      me e in parte per la rivista medica; sto quasi sempre in
      laboratorio dove il mio metodo - davvero -procede ancora bene
      e promette grandi cose, quantunque molto resti ancora da
      sistemare : la mattina - fino alle undici - fungo da assistente
      pieno di buona volontà nell'imparare, premuroso nello scrivere
      e talvolta con mansioni operative nelle camere degli ammalati.
      La situazione - mia diletta - presenta qualche difficoltà e mi
      sembra di vivere in uno stato e ebbrezza o di sogno: è quello
      giusto per superare una lunga separazione, se poi sia uno stato
      gradevole è difficile dirlo: è impossibile ascoltare i sentimenti
      personali. E' anche una specie di narcosi aver sempre tanto da
     fare, e tu sai che ultimamente vi ho trovato la salvezza contro
     la mia eccessiva sensibilità ed eccitabilità.
     Mi sembra quasi che le onde della vita non battano alle mie
     porte, altre volte scaccio l'idea di essere un monaco visitato
     nella cella del suo convento.
     Poi il sogno svanisce, e la vita entra nella mia cella quando si
     avvicina una tua lettera: allora tutti i problemi stravaganti
     vanno a nascondersi; allora impallidiscono le varie teorie; 
     allora il mondo diventa così caldo, sereno comprensibile!
     La mia diletta non è un'immagine illusoria, non deve essere 
     dimostrata mediante reagenti chimici; essa è - addirittura ,
     sebbene non sia una gigantessa - visibile a occhio nudo. Per
     fortuna non ha nulla a che fare con le malattie, ma è stata così
     imprudente da prendersi come amoroso un medico.
     Oh Martha, è molto più bello essere una persona che un 
     magazzino di esperienze certe e uniformi! Ma non è possibile
     essere persona per un'ora se si è stati per undici ore macchina
     o magazzino. E così saremmo da capo.
     Domani saprò qualcosa di te, mia cara fanciulla.
     Addio, sii un pochino serena


                                   il tuo fedele  Sigmund


           Sigmund  Freud    da     Lettere alla fidanzata 

      

2 commenti:

  1. In effetti è una scoperta per molti questo aspetto tenero, appassionato, passionale e a volte sognatore di un autore ( annoverato fra i Grandi per la sua scoperta sulla realtà psichica ) che nei testi classici appare meticoloso, scientificamente ineccepibile e, come neurologo, molto legato alla realtà concreta e materiale della biologia.
    Direi una piacevole scoperta.

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