venerdì 31 agosto 2018
IO, O FORSE UN ALTRO 2
IO, O FORSE UN ALTRO
Io, o forse un altro
o addirittura entrambi
stiamo fra di voi
dissimulati. Ai bordi.
Quando scandagliamo il fondo
per frammenti di anime,
per le scorie emotive
rimaste fulgide
solo ai nostri occhi,
da guardare e riguardare,
da sezionare
ai microscopi affettivi
e poi catalogare
tra gli incantesimi,
nella sezione amori , e poi
nel più ampio oblio.
Questa lingua è intraducibile.
Impossibile che il mondo
vi sia compreso.
***
LA STAGIONE PRIMAVERA
Quante volte è ricominciare? Dalle gemme
dai polsi a risalire, dalla vertigine del giorno
che si allunga a strappi, i muscoli affamati
e che dà alla testa. La tua struggente,
confusa primavera, dalle porte
socchiusa alla vaghezza. Tutto
fu reso possibile, tutto dimenticabile.
Tutto il tempo poteva diventare.
***
LA STAGIONE ESTATE
Cosa serbi dell'estate e di tutto
quell'azzurro accatastato?
" Troppa luce, troppa per la tua natura",
dicesti. Malinconica. " Dovrai partire,
alla ricerca di un'altra stagione".
E sono andato, obbediente
alle necessità. E ancora non so
cosa serbasse l'estate, e il senso dell'azzurro.
***
LA STAGIONE AUTUNNO
Brilla di un'amata lontananza
un punto d'oro più sottile
e la sua scheggia di vita.
Qui, dalle finestre opache
resta immensa la distanza,
lo scintillante autunno degli altri.
Eppure c'è una luna intorno a noi,
e il poco sole, e il colore ramato.
***
LA STAGIONE INVERNO
Aspettammo dell'inverno l'abito essenziale,
il fianco brullo, la poca rabbia.
Lo sognammo nell'ultima
possibile fattura, nei pochi
metri della stanza: i cani
che ci saltavano sui letti
coi nasi umidi della buona salute.
Fu l'inverno del vivere, del non morire.
Giovanni Nolfe da Io, o forse un altro
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