giovedì 30 agosto 2018

IL RITORNO DELL'... ARGENTINO 2



Gli abbracci vuoti,
da braccia nude,
senza niente in mezzo.
Solo abbraccio.
Solo contrarsi di muscoli e tendini,
solo flettersi della pelle
sulla pelle di ciò che è carnale e basta
in comunione con l'attimo del concepimento.
Vita sottratta alla morte - questo è nelle parole,
aratro sulla carne a scavare solchi complici
del potenziale elettrico del cuore.


                          ***


Dammi un parlare buono
quanto il silenzio a fiotti
dal sonno di un bambino
in cui s'inarca il buio
nel tentativo di farsi luce di costola,
arco sotto cui scorre
il nostro stare separati e contigui.


                       ***


Credo nel tempo dell'attesa
nutrito di digiuni
e di astinenza dal certo,
del silenzio utile alla fatica
perché la dedizione
sfidi il fiato e l'ansimare
di chi non ha pianure,
né parole dentro
attraverso cui essere raggiunto.


                    ***


Non è che l'ombra del silenzio
questa parola che irrompe
e sgorga necessaria come tutto il bene
che in questo momento è compiuto
nel basso della terra
e si misura ad altezza d'uomo.


                       ***


E' un castigo
lo stare sempre a guardare
il vuoto, la mancanza
in perdita di luce
in calo di pienezza.


                            ***


Basta additarci, basta l'ingratitudine,
l'aspettarci sempre un segno
e non saperlo riconoscere,
non saperci segno. Dammi allora almeno
la capacità di dirlo con parole conosciute,
semplici, quotidiane
come quando chiedo il pane
o un bicchiere d'acqua, ma vanno bene
pure parole un po' sbagliate
come Damiano quando dice " pesa un chilometro".
Dammi allora la capacità
di tracciare piano piano, giorno dopo giorno,
la mappa del tuo corpo e che sia come quando
l'anima viene alla superficie
e si distende sulla pelle.


            Lucianna  Argentino   da      L' ospite indocile


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