sabato 4 agosto 2018

RUTA DOS

 
 

                                                La loro richiesta di aiuto arriva sempre tardi…



METODO PER MISURARE IL TEMPO

Quelli che vivono da questa parte della strada
sanno di risarcimenti:
ogni volta che qualcuno passa diretto a sud
annotano l'ora esatta
e lasciano cadere una pietra nel vuoto dell'essere.

Quelli che vivono dall'altra parte
conoscono la polarità :
ogni volta che qualcuno passa in senso contrario,
- di ritorno -
annotano la stessa cosa
ma sottraggono una pietra al vuoto dell'essere.

Così alcuni riempiono il proprio vuoto
e altri lo sgombrano.

A cadenza regolare,
quelli che hanno riempito il proprio vuoto,
attraversano il ponte vecchio ( che era nuovo )
e aspettano con pazienza i ritornati da sud,
- uno dopo l'altro -
fino a quando il vuoto si fa totale.


                      ***


L' AFFOGATO

Voglio chiarire che non fu  in un fiume
ma affogai nella stessa terra.

L'unico fiume che ho nella memoria
è un brivido
dove affondano le piccole cose
anche se mai scompaiono del tutto.

Talvolta
affondano prima che passi il fiume.

E la loro richiesta di aiuto
sempre
arriva tardi.


                       ***


ARRIVIAMO SEMPRE TARDI

Qui - prima - c'è stato sempre qualcuno.
Arriviamo sempre tardi.

Qualsiasi cosa si faccia,
per esempio infilare la testa in un vecchio secchio,
è come affogare in quello che chiamano memoria.

Il pugno arrossato
a forza di sostenere un volto da pensatore
su gomiti e ginocchia
è parte di un'agenda,
forse di una lettera
abbozzata in un taccuino
e a metà abbandonata.

Ma si apre la testa,
si butta un po' di vino
e abbiamo la vita risolta:
tutto ha il sapore della terra.

Lo stesso se ti insultano al telefono.
Tutto ha il sapore della terra,
perché in questo luogo promesso
qui- prima - c'è stato sempre qualcuno.
Arriviamo sempre tardi.


                    *** 
 
PERDONO


Mai avevo visto - su questa terra -
una crocifissione.

Accadde in una di quelle ore di lucidità
- quando la mente aderisce al corpo in tempo reale -
e che in tanti rappresentarono
con una luce, con una sfera
regolare su un volto innocente
e il patto degli astri
al di là di una silhouette congelata.

L'uccello stava immobile,
inchiodato a un palo al fianco
della strada.

Riceveva una brezza che non aveva inizio
né fine
e guardava al di là dei suoi occhi
come chiedendo scusa.

Quello che veniva con me provò a staccarlo,
avvicinò la mano ma subito la ritirò.
Sembra un uccello rapace, disse.

Ci allontanammo per riprendere il cammino,
però mi voltai dopo una trentina di passi.

Non vidi armi sotto le sue ali.

Non mi sembrò un uccello rapace.



                       ***


SPECIE

Un fiume immenso scorre dentro di me
come se corresse nella più ostinata profondità.

Alla sua riva respirano animali assetati
che si alimentano di occhi
stanchi e piccoli,
e tutto gli sembra pulito.

Il rumore si adegua,
scorre per anguste vie.
Un rumore percuote le finestre,
corre anche per la Ruta Dos
e corre fin su la spiaggia deserta.
Ora il rumore si fa leggero.

Animali sordi.
Animali che bevono e mangiano
per allungare la propria vita.

Animali che tornano al loro misero fiume,
e tutto gli sembra pulito.



                 ***


UNA CASA

Per quale motivo seppellirsi nella terra
per costruire una casa tanto precaria?

Una casa dove vivano i vivi
e gli altri.

Una casa di ferri, pietre,
contorti tubi in pvc
e chilometri di cavi
dove scorre la luce che entusiasma i morti
e gli altri.

E la luna riempie questi occhi vuoti.



           Daniel  Calabrese    da     Ruta Dos  ( Percorso due )



2 commenti:

  1. sono molto amare, "L'affogato" e "Perdono" quelle che mi hanno colpito particolarmente...

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  2. La ricerca dell'" Altrove" è una costante di questo autore argentino - italiano,
    e in questa raccolta in particolare, dove la simbologia ci porta lontano ( è la luna a riempire gli occhi vuoti…).
    Grazie del commento.

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