giovedì 30 agosto 2018

L'ASCOLTO DI HANNAH, SIMONE E RACHEL


(…) L'altro mi parla e si apre a me nell'atto di parola; e io stessa
       mi apro grazie all'altro a una forma di trascendenza. E al di là
       della realtà che si mostra, ne scopro un'altra a cui giungo per
       immaginazione, per immedesimazione, per fede. La lettura è
       un'apertura sull'essere, una finestra sul mondo.
       E se i Greci sono gli uomini del Mito, queste donne ebree
     ( Simone Weil, Hannah Arendt, Rachel Bespaloff ) sono " gli
      uomini del Libro".Uso il termine" uomini"come lo usa Hannah,
       al di là del sesso, per dire però che ci sono momenti in cui quel
       termine universale ha un volto di donna. Qui sono delle donne
       a leggere e a pensare, ed è un pensiero nuovo,che tocca altezze
       e profondità inaudite.Nell'intreccio,nel rimbalzo musicale delle
       differenti voci, la nota femminile si leva in tutta la sua
       differenza, nell'acuto modulato alto e sostenuto del soprano,
       secondo una frequenza di ritorni, ripetizioni, variazioni che
       introducono a una meravigliosa diversità.
       Ecolalie, le chiamo. In certe afasie,l'ecolalia si manifesta come
       la ripetizione meccanica di parole, spesso in fine di frase,
       quasi che ripetendo l'ultima parola, chi parla prendesse la
       rincorsa verso parole nuove… Quasi che masticare in bocca
       vocali e consonanti servisse a tenere in funzione il meccanismo
       del pensiero. Ecco, questo a me accade in compagnia di
       queste tre donne,che illuminano la mia vita con i loro pensieri.
       Ma lo stesso accade a loro, tra di loro: il loro è pensiero in
       conversazione, sempre in dialogo, mai monologico.
       Magistrale in tal senso è il loro apporto: perché una donna sa
      - se ascolta la propria umanità - che l'ideale non sono né la
       potenza né il potere - ma la cura - la protezione del niente che
       c'è. E del niente che non c'è - per riprendere l'immagine del
       poeta Wallace Stevens. Una donna sa che nella capacità di
       fare il vuoto, di accettare il vuoto, c'è la chance dell'estasi.
       E nell'obbedienza della ripetizione la libertà dell'ascolto.
       L' opera brucia al fuoco della realtà, ma questo sacrificio è il
       modo per fuggire " dalla vuota regione della bellezza ",afferma
       Hannah con una manifesta ripresa di un tema caro a Simone.
       La quale direbbe che solo la letteratura che passa dalla parte
       della realtà ha la grandezza della poesia -dove l' Io si consuma
       per accedere all' " essere ".  (…)


               Nadia Fusini   da      Hannah e le altre

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