giovedì 30 agosto 2018

IL RITORNO DELL'... ARGENTINO 1

 
 

                                                         Dice che non c'è addio nelle asole…



Scrivere è togliere spazio al male,
è addomesticare la paura
che torna selvatica a ogni respiro;
è tentativo di conoscere
se nella radice dell'albero dimorano
necessità e libertà,
se nel suo tronco è la misura
di altezza e statura,
se nella sua chioma nidificano
verità e verosimiglianza,
adesso che so stare sotto la sua ombra,
lo svantaggio umano.


                              ***

Non so quale felicità avremmo vissuto,
o quale guancia avremmo offerto all'offesa:
se felicità c'è stata, se c'è stata offesa.
Così lo scrivo, ne faccio segno
per capire come si spiega l'albero, la potatura,
il papavero, lo strappo,
i bambini, il tempo e lo spazio:
- dove va la notte quando è giorno?
- mezz'ora è tanto o poco?
O come si spiega il vuoto degli esseri
che ci stanno accanto come un'assenza,
o il senso irsuto della vita,
il suo difficile che diventa facile
quando cominci ad amare.


                            ***


Sommale le storie, fanne cifre aguzze
come gli anni di quelli vissuti
sulla capocchia di uno spillo;
prendimi il fiato, la rincorsa;
trattienimi dentro silenzi
in ascolto delle radici,
del crescermi dell'anima
mentre scrivo per sapere che cosa è natura
e cosa è sostanza e come fa a essere buono
un frutto o un uomo.


                             ***


Dammi la pietà dell'ombra,
il suo accasciarsi nella luce,
la sua invincibile resa,
la sana ricorrenza
del mio a tutto essere prossima
e sufficientemente buona.


                             ***


Le cadute le ho qui
sulle ginocchia, sui gomiti,
sui palmi della mani: graffi e crosticine
che la notte crescono, fioriscono.
Tu sii allora il mio giardiniere fedele,
rendi santo l'innesto tra il bene e il male,
così che il dolore non sia nella carne
ago o lama, ma sia scossa, sia onda,
sia ciò che avvolge e feconda
per un unico frutto.


                             ***


Dice che non c'è addio nelle asole:
e asola allora sia
- poca materia intorno e vuoto.
Sia passaggio e allaccio,
sia lo spazio dell'abbraccio,
sia pertugio e rifugio,
sia il chiaro
esposto alla parola.


           Lucianna  Argentino     da      L' ospite indocile

2 commenti:

  1. Davvero belle, la mia preferita la penultima sulle cadute, curiosa e trascinante la scelta musicale, ma come trovi tutti questi brani così particolari? Hai un'ampia conoscenza musicale oltre che di letteratura internazionale...

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  2. Sorrido.
    Ci vuole un po' di esperienza, tanta pazienza - tempo, come per tutte le cose che valgono - e un pizzico di fortuna...

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