domenica 12 agosto 2018

LA STRADA DEL POETA

 
 

                                                              Sono qui, qui con te...tranquillo…


POESIA E' MALATTIA

Poesia è malattia, diceva Kafka. Il poeta che manda in giro le sue poesie, manda in giro i suoi virus, le sue fratture, i suoi tessuti infiammati. Il poeta anela alla cura, o almeno alla consolazione, ma dall'altra parte si pensa a difendersi dal contagio.
La poesia dice sempre del tentativo di riparare un lutto e, quando viene spedita, fa un po' l'effetto di un afflitto che va in giro a chiedere le condoglianze. E questo movimento rende dubbio il lutto stesso, come se ci trovassimo davanti a qualcuno che volesse venderci le azioni del suo dolore, azioni destinate inevitabilmente al ribasso in una  società in cui tutti piangono e i morti senza lutto si confondono con i lutti senza morto.
Il poeta è alla guida di un'impresa fallimentare perché ogni suo prodotto resta invenduto e la ragione dell'impresa consiste esattamente in questo. Anche se il prodotto risultasse smerciabile, al poeta non può venirgli nulla, non ci sono rendite, bisogna subito ricominciare da capo. La poesia è radicalmente anticapitalistica, non prevede nessuna forma di accumulazione.
Un dolore antico è sempre un dolore fresco di giornata.



                                                           ***



POESIA E GUARIGIONE

C'è un problema quando si hanno rapporti con i poeti. Il problema deriva dal fatto che il poeta è una creatura patologicamente bisognosa di amore. Una creatura in subbuglio con cui non si può mantenere un'amicizia generica e blanda. Col poeta non ci possono essere pratiche attendistiche e interlocutorie : bisogna gettargli in faccia il nostro amore o il nostro odio; bisogna tenerlo ben vivo nella nostra mente; bisogna pensarlo, parlargli delle sue parole, raccontargli le sue storie.
Uno allora può dire: ma a che serve a questo punto?
Io penso che alla fine non serva al poeta, perché il poeta non ha mai bisogno di quello che gli viene dato. Penso che tutto questo serva a chi dà, a chi si protende a lenire le varie disperazioni del poeta. L'atto di guarire chiude le ferite, ma solo al guaritore.


                          Franco  Arminio

2 commenti:

  1. Riflessioni particolari, drammatico lo spezzone...

    RispondiElimina
  2. Infatti.
    Qualcuno si immagina scritti in rime ( retaggio di antiche reminiscenze scolastiche ) quando pensa ad un poeta.
    Ma molto spesso la sua ( di lui, poeta )realtà è drammatica, anche perché - attraverso la sua personalissima sensibilità - si fa portavoce dei sentimenti del mondo. ( e li vive sulla sua pelle…)
    Grazie del commento

    RispondiElimina