PASSIONI FEMMMINILI
(…) Esistono passioni esclusivamente femminili?
La tragedia greca incarna un apparente paradosso: scritta da
uomini, recitata da uomini, mostra un interesse spasmodico
per il mondo femminile, anzi si può dire che i più grandi
personaggi tragici - quelli davvero immortali - siano in
massima parte donne : Antigone, Medea, Fedra, Clitemnestra,
perfino la dolce Alcesti; e tutto questo in un mondo ( la polis
ateniese ) in cui le donne non godevano di diritti politici, ed
erano controllate e recluse all'interno dell'oikos, la famiglia.
Questo mondo che sta accanto - ma solo nelle case - a quello
maschile, esce veramente allo scoperto solo con la tragedia:
Euripide sa prestare a Medea - la grande ribelle - alcune
famose parole per descrivere la cupezza dello stato di
soggezione femminile :
" Di tutte le creature che hanno vita e ragione, noi donne siamo
le più infelici. Prima di tutto dobbiamo comprarci a gran
prezzo un marito, che diventa il padrone del nostro corpo, e
questo è il male peggiore. Ma il rischio più grande è questo:
sarà buono o cattivo?. Separarsi è vergognoso- per una
donna - e rifiutare uno sposo è impossibile. Se poi accade che
tu ti trovi tra abitudini nuove, diverse da quelle di casa tua,
bisognerebbe essere un'indovina per sapere come
comportarsi con tuo marito. Se ci riesci, e le cose vanno bene
e il marito ti accetta di buon grado, la vita è piacevole; se no
è meglio la morte. Quando si stanca di stare in casa, l'uomo
può uscire e vincere la noia; noi donne invece dobbiamo
vivere sempre con la stessa persona. Dicono che viviamo in
casa, al sicuro da pericoli,mentre loro partono per la guerra:
che sciocchezza!. E' cento volte meglio imbracciare lo scudo
che partorire " ( Medea , Euripide ).
Ma insieme alle energie represse delle donne,la tragedia libera
anche le loro emozioni. E' un modo tutto ateniese di scrivere
l'alterità, che non è tuttavia l'alterità del romanzo borghese
ottocentesco ( quello di Emma Bovary o di Anna Karenina ).
E' un'alterità culturalmente specifica, più vicina ad un nucleo
naturale di emozioni, che hanno radici in nuclei profondi della
mente: desiderio, odio, violenza distruttiva, volontà di potere,
forze legate alla natura del corpo femminile, inevitabili come
il parto e l'allattamento, non mediate dalle leggi costruite dalla
città, anzi spesso a loro ribelli: come Antigone che sfida
Creonte in nome dell'arcaica, primaria legge del sangue che
viene dal profondo delle viscere. (…)
Giulio Guidorizzi da I colori dell'anima ( I Greci e le passioni )
Molto interessante, certo che cambiano le culture e i paesi, ma alle donne è difficile ovunque...
RispondiEliminaVero.
RispondiEliminaE molto rimane ancora fa fare, sia a livello individuale ( nell'educazione dei sessi), sia a livello collettivo- sociale...