giovedì 16 agosto 2018

I COLORI DELL'ANIMA ( I Greci e le passioni ) 1

 
 
 
 
 
" Chi violò talami di vergini più non ha sollievo: se i fiumi scendessero tutti da un'unica via a purificare la mano macchiata di sangue, scorrerebbero invano "  . ( Eschilo )



PASSIONI FEMMMINILI


(…) Esistono passioni esclusivamente femminili?
       La tragedia greca incarna un apparente paradosso: scritta da
       uomini, recitata da uomini, mostra un interesse spasmodico
       per il mondo femminile, anzi si può dire che i più grandi
       personaggi tragici - quelli davvero immortali - siano in
       massima parte donne : Antigone, Medea, Fedra, Clitemnestra,
       perfino la dolce Alcesti; e tutto questo in un mondo ( la polis
       ateniese  ) in cui le donne non godevano di diritti politici, ed
       erano controllate e recluse all'interno dell'oikos, la famiglia.
       Questo mondo che sta accanto - ma solo nelle case - a quello
       maschile, esce veramente allo scoperto solo con la tragedia:
       Euripide sa prestare a Medea - la grande ribelle - alcune
       famose parole per descrivere la cupezza dello stato di
       soggezione femminile :

      " Di tutte le creature che hanno vita e ragione, noi donne siamo
         le più infelici. Prima di tutto dobbiamo comprarci a gran
         prezzo un marito, che diventa il padrone del nostro corpo, e
         questo è il male peggiore. Ma il rischio più grande è questo:
         sarà buono o cattivo?. Separarsi è vergognoso- per una
         donna - e rifiutare uno sposo è impossibile. Se poi accade che
         tu ti trovi tra abitudini nuove, diverse da quelle di casa tua,
         bisognerebbe essere un'indovina per sapere come
         comportarsi con tuo marito. Se ci riesci, e le cose vanno bene
         e il marito ti accetta di buon grado, la vita è piacevole; se no
         è meglio la morte. Quando si stanca di stare in casa, l'uomo
         può uscire e vincere la noia; noi donne invece dobbiamo
         vivere sempre con la stessa persona. Dicono che viviamo in
         casa, al sicuro da pericoli,mentre loro partono per la guerra:
         che sciocchezza!. E' cento volte meglio imbracciare lo scudo
         che partorire "  ( Medea , Euripide ).

      Ma insieme alle energie represse delle donne,la tragedia libera
      anche le loro emozioni. E' un modo tutto ateniese di scrivere
      l'alterità, che non è tuttavia l'alterità del romanzo borghese
      ottocentesco ( quello di Emma Bovary o di Anna Karenina ).
      E' un'alterità culturalmente specifica, più vicina ad un nucleo
      naturale di emozioni, che hanno radici in nuclei profondi della
      mente: desiderio, odio, violenza distruttiva, volontà di potere,
      forze legate alla natura del corpo femminile, inevitabili come
      il parto e l'allattamento, non mediate dalle leggi costruite dalla
      città, anzi spesso a loro ribelli: come Antigone che sfida
      Creonte in nome dell'arcaica, primaria legge del sangue che
      viene dal profondo delle viscere. (…)


    Giulio Guidorizzi  da   I colori dell'anima (  I Greci e le passioni )


2 commenti:

  1. Molto interessante, certo che cambiano le culture e i paesi, ma alle donne è difficile ovunque...

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  2. Vero.
    E molto rimane ancora fa fare, sia a livello individuale ( nell'educazione dei sessi), sia a livello collettivo- sociale...

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