Sei un diamante che rompe la luna...
Sono colpevole di desiderio,
una ferita centrale che sanguina
di tempo in tempo e che non si rimargina,
fonte d'acqua battesimale e fango.
Tu, di tutte le cose la più pura,
non riesci a compiere la loro ansia
stai inchiodata alla povera fattura
vulnerata dai fuochi, rivoltata.
E non rimane angolo del tempo
sottratto al divenire della mente
che riconcilia, ridipinge, immagina
tutta la vita fatta e ricreata
dentro il buco della mancanza, il tondo
in cui respira, da cui ancora vieni.
***
Oh se almeno nel sogno lei si facesse incontro,
ma non può: il creato
è desiderio che si sparge invano.
Vero è che appare spesso di tra i volti del tempo,
prende le fogge d'una
delle più ingenue o delle più sventate
che offrono la loro primavera,
ma come suscitate, così il vento le turbina
e spariscono agli occhi : non al cuore
che per mancanza tremola, vien meno.
Devi desiderare, fin che avrà fine il fuoco
e potrai - nella cuna - riposare.
***
Se in qualche posto della terra sei,
forse è meglio saperti
al sicuro dalla prova finale;
rimani a lungo a preparare intrugli
per la sera terribile
del nostro incontro, un tavolo,
una sala operatoria, un caffè,
dovunque avremmo forse
avuto appuntamento.
Tieni a lungo segreta la ricetta
dell'odore del fieno del tuo seno,
nascondi i tuoi capelli sotto cuffie,
confondimi: così sono dette
per non essere intese le parabole.
***
Parli all'orecchio del cavallo,
sussurri, soffi
nella cassa armonica
e lei diventa una conchiglia
che espande le lingue sottomarine:
porgo orecchio e non sento soffiare,
non ascolto il gorgoglìo che suona
internamente nel cranio, strumento
da fiato del cavallo che hai amato e ripeti
di amare anche adesso.
Mezzogiorno lunghissimo
di un lunedì che ci separa, mentre
prima i giorni ci univano:
continua a dare voce alle orecchie
pazienti che risuonano.
Ti sentirò un giorno,
ti sentirò.
***
Dove sarai a quest'ora di sera,
la più dolce del giorno a chi pena…
Il desiderio è una fitta del sogno,
sospende il fiato, la gravitazione,
mentre i cani dalle aie si lamentano:
il tempo astrale si ferma nel cuore
senza che nulla si possa cambiare,
solo si rompe il ritmo delle ore,
il respiro si mozza alla tua immagine.
Sei un diamante che rompe la luna,
buca di colpo la quinta del petto
dove invecchiano solo vecchi amori.
***
Sulla bergère di una stanza d'albergo
vedo il tuo corpo di spalle in ginocchio
aprire un arco colmo
come un dorso lunare: già mi spoglio
e le luci calano ( è un sogno? ) e nel punto
di essere al tuo dosso, con le mani
che premono, il respiro…
Sento un fiato di vento tremolare,
una scossa che fa di te una torcia
e di me - in tanta notte - un fil di fuoco
dentro il buio di te.
Daniele Piccini da Terra del desiderio
Mi colpisce il forte contrasto tra la gradevole e "scherzosa" musica e la malinconia che arriva dalle parole delle poesie..
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