mercoledì 7 aprile 2021

POESIE DI EDNA

 


                                                   Chiusa la piaga, sparirà la febbre...



Questa porta tu non dovevi aprirla;

l' hai fatto, entra dunque e osserva

quale misero inganno ti ha tradito.

Qui non tesori nascosti, o caldaie,

specchi di verità, teste di donne mozze

per le tue brame, o spasimi d'angoscia,

ma solo quel che vedi... Guarda ancora:

una camera vuota, disadorna,

tele di ragno... E io l'avevo chiusa

in me, perché nessuno la scoprisse;

mi hai profanato tanto quando sei

strisciato alla sua soglia questa notte

che non dovrò mai più guardarti in viso.

Adesso è tua. Io cerco un altro posto.



                                        ***


Se, in un modo del tutto casuale,

fossi informata della tua scomparsa -

se ai titoli di fondo del giornale

del mio vicino in metropolitana

io leggessi che all'angolo del viale

( notizia di frequenza quotidiana )

un uomo, che risulti essere tu,

è stato ucciso oggi a mezzogiorno -

non griderai, non urlerei di certo, 

né in quel luogo mi torcerei le mani.

Solo, con più interesse osserverei

le luci in corsa della mia stazione;

o forse gli occhi leverei e più attenta,

leggerei di pellicce e acconciature.



                                                     ***


Tra breve io ti scorderò - mio caro -

perciò assapora il tuo piccolo giorno,

mese o semestre, e godi quanto puoi;

sia che ti scordi, o ti lasci, o io muoia,

tra di noi finirà ; col tempo, dico,

ti dimenticherò, comunque ora,

se mi incanti con splendide menzogne,

ti assicuro la mia miglior promessa.

Anch'io vorrei che gli amori durassero

e non fossero inezie i giuramenti,

ma tant'è : la natura si è ingegnata

fin qui di perpetuarsi senza sosta -

che noi troviamo o no quel che cerchiamo

è - biologicamente - irrilevante.



                                                  ***


Si ricorda di te l'umida terra

di primavera, con tutti i suoi fiori,

le strade polverose, il cardo, e il lento

crescere della tonda luna, e tutte

le gole che cantarono l'estate,

le ali in partenza, i nidi, i rami spogli,

i venti che soffiarono a ogni tempo

e le tempeste di quattro stagioni.

Tu non vai più col tuo passo di gloria

sui sentieri dell'alba e della bruma,

non svegli al vento, non ascolti il palpito

d'invisibili ali alte nell'aria.

Qualcosa in più che giovane e gentile

eri tu: l'anno intero ti ricorda.




                   Edna  St. Vincent   da   Barbablu ( Poesie tradotte da S. Raffo )



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