La tua bocca verticale mi espulse di sbieco
e non ha smesso il tuo sangue di gorgogliare;
più di quando su un tavolo si rovescia una bottiglia,
il suo interno si sparge.
E quel sangue non può coagulare
se non nel mio petto,
in quella pompa- muscolo che chiamano cuore
ed io taverna.
Bevo mosto di nascita,
nero alcol specchio della tua assenza.
E' tutta la vita
che bevo figlio non fermentato,
che mastico la madre nel mio vino.
Tutta la vita ubriaco di solitudine
a ingurgitare morte.
***
POSTUMO
Mi son bevuto la vita.
La sbornia
ha lasciato sulle mie labbra
un turbine di disprezzo
e nello sguardo
tutta l'assenza della lontananza.
Convivo con la morte.
Una notte,
al posto di macchie su un foglio
e un rumore di parole martellanti
sbalzate contro la dentatura,
ti lascerò la luce del mio silenzio,
pulito come la tovaglia spiegata al sole.
***
PER PERDURARE
Senza perdere di vista il cielo,
che la terra ti guardi
e che tu possa vedere il mare.
Che in te quanto è nascosto
sia presente,
quanto è morto, vivo;
qual che deve nascere, nato.
E la tua impronta dia frutti,
sulla riva del tempo.
***
REGOLE DEL GIOCO
Quando si è molto giovani
si vive quasi senza rendersi conto.
Quando si è meno giovani
si capisce quanto è duro vivere.
Quando si comincia a invecchiare
si fa il conto di tutto quanto si è vissuto.
Quando ormai si è vecchi
si evita l'idea della morte.
Quando si annebbia la vista
tutto appare definitivamente chiaro.
***
I MANDORLI IN FIORE
Ogni anno
l'arrivo della primavera
mi fa più male.
Vado in campagna:
i mandorli sono in fiore,
ma io no.
***
LA PORTA DEL SILENZIO
Siamo gocce di sete,
echi di uno splendore.
Di fronte al mare tutti tacciono.
Angel Guinda da Vida avida ( Trad. G. Bazzocchi)
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