giovedì 29 aprile 2021

VIDA AVIDA DI ANGEL GUINDA

 



                                                                  Siamo gocce di sete...



" Come succede sempre nei casi di grande poesia, Angel Guinda affronta i temi classici più ricorrenti, come il tempo, l'amore e la morte. Allo stesso tempo, la sua attenzione si dirige all'esplorazione metapoetica. E per quanto possa sembrare scontato sottolineare la vastità di questi interessi, in realtà non lo è : basti pensare a come, nel nostro attuale contesto, vengano esaltati il nonnulla magniloquente e l'originalità priva di contenuto, in un atto di onanismo creativo che confonde il verso con lo spasmo, la letteratura con l'opportunismo dello spot. In maniera diversa invece, il nostro autore affronta la propria scrittura da una preoccupazione per l'umano, esasperata fino all'estremo della rottura del soggetto poetico; fino all'implosione stessa dell' Io lirico ".  ( Pablo.L. Pinilla )





LA TUA BOCCA VERTICALE

La tua bocca verticale mi espulse di sbieco

e non ha smesso il tuo sangue di gorgogliare;

più di quando su un tavolo si rovescia una bottiglia,

il suo interno si sparge.

E quel sangue non può coagulare

se non nel mio petto,

in quella pompa- muscolo che chiamano cuore

ed io taverna.

Bevo mosto di nascita,

nero alcol specchio della tua assenza.

E' tutta la vita 

che bevo figlio non fermentato,

che mastico la madre nel mio vino.

Tutta la vita ubriaco di solitudine

a ingurgitare morte.



                                                  ***


POSTUMO


Mi son bevuto la vita.

La sbornia

ha lasciato sulle mie labbra

un turbine di disprezzo

e nello sguardo

tutta l'assenza della lontananza.

Convivo con la morte.

Una notte,

al posto di macchie su un foglio

e un rumore di parole martellanti

sbalzate contro la dentatura,

ti lascerò la luce del mio silenzio,

pulito come la tovaglia spiegata al sole.



                                         ***


PER PERDURARE


Senza perdere di vista il cielo,

che la terra ti guardi

e che tu possa vedere il mare.

Che in te quanto è nascosto 

sia presente,

quanto è morto, vivo;

qual che deve nascere, nato.

E la tua impronta dia frutti,

sulla riva del tempo.



                                               ***


REGOLE DEL GIOCO


Quando si è molto giovani

si vive quasi senza rendersi conto.


Quando si è meno giovani

si capisce quanto è duro vivere.


Quando si comincia a invecchiare

si fa il conto di tutto quanto si è vissuto.


Quando ormai si è vecchi

si evita l'idea della morte.


Quando si annebbia la vista

tutto appare definitivamente chiaro.



                                          ***


I MANDORLI IN FIORE


Ogni anno

l'arrivo della primavera

mi fa più male.


Vado in campagna:

i mandorli sono in fiore,

ma io no.



                                              ***


LA PORTA DEL SILENZIO


Siamo gocce di sete,

echi di uno splendore.


Di fronte al mare tutti tacciono.




                Angel Guinda   da      Vida avida   ( Trad. G. Bazzocchi)



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