Margarita Sikorskaia - Mother
32 poete lasciano in solchi -che sanno di mare e di sale - i propri versi su ciò che da sempre affascina particolarmente lo spirito dei poeti : il mare e la maternità.
I fiori nascono sui desideri
che non cancellano e non si dannano.
Quello che deve accadere
non è ancora avvenuto.
Ed esiste, ed è vero.
La sua presenza è in quest'aria ferma.
I fiori e i desideri hanno lo stesso
modo di tacere e poi scoppiare.
Non sempre l'altezza comanda
o il male è il fuoco migliore.
L' amore crepita nel nostro destino.
( Anna Ruotolo )
***
Un tempo fui donna e uomo
con spalle grandi e calli sulle mani.
Un tempo fui pentola calda sul fuoco.
Sole e luna fui.
Fui campo di battaglia
salmo in maggiore
canto di stagione.
Un tempo fui mulattiera
roccia che muta
la bambina col soldino in tasca.
Fui rapimento
eccessiva bellezza
la croce del Santo.
Un tempo fui grano e fatica.
Senz'altro fui madre.
Madre fui
e non temo tempesta.
( Alma Spina )
***
Crescevano animali straordinari
quando tendevamo l'orecchio alla tana
l'arca che avrebbe portato in salvo ogni cosa
riordinato le parti e l'istinto.
La madre era la grande noce da mordere
il latte nutriente che sfama i giovani lupi
nell'attesa maturazione del nome.
Avevamo i piedi immersi alle caviglie
su cui germogliavano nature di sale e di pietra
come bocche pronte a frantumarsi sull'onda.
L'oceano lo sa, l'oceano lo grida:
" E' tempo di credere, di trasformare
la voce in pane quando risuona il tuo nome
sul vento compresso e accucciato nel ventre
dove la tana è il ritorno alle acque ".
( Ksenja Laginja )
A.A. V.V. Maternità marina ( a cura di Silvia Rosa e Valeria Bianchi Mian )
Nessun commento:
Posta un commento