Tiziano Vecellio - Orfeo ed Euridice
CORRISPONDENZE
Dove il pensiero
per poco rompe
gli argini della mente,
si compiono
corrispondenze.
***
ORFEO
La vita non più intima
e priva di rivelazione
lascia che la carta
s'imbratti del sangue
del nostro amatissimo
Orfeo.
***
IL MALE SEMPLICE
Mescoli le carte con il gatto
sulle ginocchia.
Mentre la nebbia
ti accarezza il sangue e la gola.
Senti il male semplice.
L' addio
che ti strappa le vene.
***
UN PRECIPIZIO
Profilo di settembre,
sole tra le sbarre.
La penna finisce
i confini del ritratto.
Le lacrime cadute
dentro al libro.
Un precipizio.
I nostri occhi.
***
IL GIUDIZIO DEL MARE
Un sentiero di sassi bianchi
e polvere lambisce il giudizio
del mare.
Un taccuino perduto
insieme alla ragione.
Scrivi poesie sugli scontrini
che trovi nelle tasche
dei pantaloni.
Devi ancora inventare Euridice.
Gianluca Chierici da Devi ancora inventare Euridice
" Orfeo non si nomina, non nomina Euridice. Nemmeno la perdita è nominata perché non è descritta. Ciò che leggiamo in questo libro è la conseguenza della perdita, e cioè il rapporto con la scrittura. I testi ( brevissimi ) sono dunque un sillabario esistenziale, invocazioni senza l'oggetto dell'invocazione, proposizioni filosofiche lontane dal mondo che ormai ha assolto il suo compito ; un compito destinale. Il poeta è l'Orfeo che ha ormai versato tutte le sue lacrime , scrive tra grandi pause e cadenze minime di pensiero, tra il ricordo e il silenzio improvviso, tra il tempo dell'apparizione di un fantasma e la soglia della sparizione. Silenzio, dimenticanza, camera fredda, sepoltura di se stesso nell'altro. Davanti allo sguardo, ecco i libri, l'inganno e la verità dei libri, la memoria e la promessa. I segni vorrebbero essere indicazioni, significati e invece svaniscono come l' Ombra. Quell'ombra percepita con lo sguardo all'indietro, nell'istante stesso della sua sparizione. Solo alla fine avvertiamo un senso di lacrime : leggiamo di quell' Ombra, del nome di Orfeo ed Euridice."
Sebastiano Aglieco
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