Addio, è un dirsi sottovoce...
E' qui che si spezza e frantuma l'attesa,
è qui che si fa livido e incerto
anche l'incanto, il senso della fine.
Nel tornare della rondine a primavera,
nel desiderio dei miei occhi,
nella danza di un nuovo aprile.
Tutto ciò che vive soffre,
un grido di rabbia e d'amore.
***
Andiamo da sempre verso un luogo
senza tempo e senza nome;
l'ora muta della sera avvolge
in un sudario i nostri volti
e ciò che di noi rimane.
***
Scorrono in te sorgenti,
brevi istanti di vita che
torna e non muta.
Ho osservato inerme il morire,
l'inesorabile farsi polvere
e svanire di tutte le cose.
***
Misura della dimenticanza
contro il tempo breve
della memoria:
tutto è così sfocato
e lontano, un esistere che
a nessuno appartiene.
Tu sei la nave, il navigante e il mare,
in questo cielo deserto
che non sappiamo guardare.
***
Addio, è un dirsi sottovoce
anche grazie per le piccole cose
che abbiamo dimenticato
di benedire quando ancora
eravamo vicini.
Luca Pizzolitto da La ragione della polvere
Bello il pensiero sull'addio. Spesdo non apprezziamo le cose quando ci sono, dovremmo almeno farlo al momento dell'addio.
RispondiEliminaDelizioso
A me ha colpito molto l'uso del verbo " benedire ": ha in sé qualcosa di sacrale che indubbiamente fa parte dell'amore . Anche quando questo finisce.
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