NON LA PRIMA
Dopo l'urlo, lo sfasciarsi
della diga.
Non la prima.
Stesso schianto
nel racconto di chi parla
dopo anni di silenzio.
Stesso niente
dopo il colpo.
C'è una stanza - labirinto
che si inonda
poi si svuota nuovamente
- invisibili i relitti
come oggetti tra gli oggetti.
I suoi mostri sono anfibi
e non nascono dal sonno
in cui cade la ragione
ma dal gioco elaborato
che è usato
per coprire
la scissione.
***
ESERCIZIO DI DISCERNIMENTO
Guarda bene.
In ciascuno, erbe sane e veleni.
Ma è la dose
che dà forma al tutto.
E' il suo impatto
il suo costo
è ciò che prevale.
Non confondere il buio
del quale
si rivela il profilo
per tenerne nascosta la massa
la violenza
che si dice ( se ammessa )
ferita
- accudita persino dal mondo -
anche quando
tra i corpi
scavalca il confine.
Non è alieno il suo seme
a nessuno.
Tu stai attenta al terreno
dove cresce
si allena
si sdoppia
rinverdisce ogni volta.
Scappa
prima.
Se là crolli
ti daranno la colpa.
***
NON CREDE SIA ACCADUTO
Non crede
non solo chi non vede
non crede
chi beve allo zampillo
ricorda
il fresco sul palato
e ignora, non si cura
del ristagno
non crede
chi scambia ciò che vede
per riflesso
effetto secondario
provocato
non crede
chi ha fede solamente
in ciò che è familiare
non crede
chi crede
che l'ombra si redima
col suo aiuto
e non sospetta il buio
che finge e si sottrae
non crede
che in fondo
non può farlo
se è vero
che forse non crediamo
in ciò che non sappiamo
poi affrontare.
***
NON VOGLIO COSTRUIRE
Non voglio costruire
un tempio o una pira
versare libagioni
sullo spacco
né mantenere vivo
il fuoco che reclama
il suo dolore.
Non voglio si prolunghi
questa fiamma
che non mi definisce
e a cui non appartengo.
Ma se la spengo
in fretta
arrivano al suo posto
altre ombre
più lunghe sulla terra:
ingiusto
portarle dietro intatte
- e fare anche del sonno
una zavorra.
Raffaela Fazio Inediti
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