Ti diedi la mia solitudine...
POCO SI SA
Non sapevo che
non averti poteva essere dolce come
chiamarti perché tu venga nonostante
non venga e non ci sia che
la tua assenza tanto
dura come il colpo che pensandoti
mi son dato in faccia.
( da Relaciones, 1973 )
***
NOTTE
Fa freddo in questa zona del Paese
dove non c'è il tuo corpo e c'è bisogno
del calore del tuo corpo e non mi sento
addolorato o pentito o triste ma
soltanto solo.
Sto seduto come un invalido nel deserto del mio
desiderio di te.
Mi sono abituato a bere la notte lentamente,
perché so che la abiti - non importa dove -
popolandola di sogni.
Il vento della notte abbatte stelle tremanti fra le mie mani,
- che ancora non si adattano -
vedove inconsolabili della tua chioma.
Nel mio cuore si agitano gli uccellini che in lui hai seminato
e a volte gli darei la libertà che esigono
per ritornare a te con il gelido filo del coltello.
Ma non può essere.
Finché sei tanto in me, tanto viva in me, che se morissi io, ti morirei.
( Violin y otras questiones, 1956 )
***
QUEL CHE SUCCEDE
Ti diedi il mio sangue, i miei suoni,
le mie mani, la testa
ti diedi qualcos'altro, la mia solitudine, quella grande signora,
come un giorno di maggio dolcissimo d'autunno,
e ancor di più, tutto il mio oblìo,
affinché tu lo smantelli e resti nella notte,
nella tempesta, nella sventura,
e qualcos'altro, ti diedi la mia morte,
vedrò risalire il tuo viso tra il flusso delle ombre,
e non riesco tuttora a circondarti, continuo ad accrescerti
come un fuoco,
e mi distruggi, mi costruisci, sei oscura come la luce.
( El juego en que andamos, 1959 )
***
GOTAN
Quella donna assomigliava alla parola mai,
dalla sua nuca si innalzava un fascino speciale,
una sorta di oblìo dove riporre gli occhi,
quella donna mi si piazzava sul fianco sinistro.
Attenti attenti gridavo io attenti.
Ma lei ingombrava come l'amore, come la notte,
gli ultimi segnali che feci per l'autunno
si sdraiarono tranquilli sotto il mareggio delle sue mani.
Dentro di me scoppiarono rumori secchi,
cadevano a pezzi la furia e la tristezza,
la signora pioveva dolcemente
sulle mie ossa ritte in solitudine.
Quando se ne andò io battevo i denti come un condannato,
con un coltello di brutto mi ammazzai,
e passerò tutta la morte disteso col suo nome,
che muoverà la mia bocca per l'ultima volta.
( Gotàn, 1962 )
***
LA LONTANANZA
Questo aroma di te / sale? / scende? /
viene da te? / da me? / in che altro
mi dovrei trasformare ? / che altro
di me / dovrei essere /
per sapere / vedere / i frammenti
di mondo che in silenzio unisci ? /
così bruci distante ? /
mi restituisci al mio animale / così
mi dai grandezza / o corpo
che invadi con la tua assenza? /
con il tuo sguardo che
non tornerà al tuo occhio / già febbre
senz'altro padrone che il cammino? /
sei qui / è come dire / tutto è qui /
il vuoto e l'unione / e tu / e la
disordinata solitudine //.
( Com- posiciones, 1986 )
***
DOVE
In quali tenebre t'avvolgi /
non parlo con te / non mi ascolti parlare /
non ti respiro / non ti vedo / mi forgiano
le martellate della tua assenza /
sempre ti amerò / sempre
i miei versi dolenti di te
dirò in solitudine / come se tu fossi
frutta tenuta in segreto /
cieca sotto la gonna
di una bimba / sperduta nella sua memoria
in fuga /
triste del suo rossore //.
( Com- posiciones, 1986 )
Juan Gelman
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