ESSI
Essi, loro i pronomi della lontananza,
della distanza, della genealogia, della progenitura,
gli antenati, gli specchi evocabili,
avi, trisavoli,
siamo noi i loro fantasmi possibili,
noi evocati dall'anteriorità, noi
posteriori, prodotti ultimi e provvisori.
Essi, loro, i bisnonni ci chiamano al mondo
col loro casuale intreccio
di matrimoni, partenze, stanzialità.
Una danza onomastica ha variato
le doppie nei cognomi
per identità affidate all'udito dell'ufficio anagrafe.
Noi, discendenti imprevedibili.
***
VOI
E i tuoi genitori ?
Prevengo qui una domanda
che ad un certo punto potrebbe
rivolgermi il lettore come io
l'ho rivolta a me sistemando queste carte
cioè trascrivendo il quadernetto
nero dove sta scritto , in tedesco,
sul frontespizio una data - da agosto 1017 -
e una parola , Familienabolichkeiten
( somiglianze di famiglia )
e dove un VOI ricorrente nelle pagine
era destinato - originariamente -
a indicare voi, i miei genitori.
Dialogare con voi su carta
è più difficile che investigare gli avi,
navi di carta nei ritratti appesi
in color seppia, più agevole
rivolgermi loro piuttosto che a voi,
che potete chiedermi conto o chiarimento.
Non so, mi verrebbe da dire
che troppo passato ci ingolfa
ancora gli abbracci
e che mi dispiace di non riuscire
a restituirvi tutto l'aiuto
che mi avete dato.
***
IL DOVERE DELLA DISCONTINUITA'
Si apre per noi, Sara,
col tuo arrivo, la possibilità
- o almeno il tentativo doveroso -
di non tramandare
gli sbagli, i vizi, i tratti, i tic
che noi riconosciamo
essere stati i batteri delle nostre famiglie.
Tu ci dirai - può darsi - dopodomani,
che nuovi inciampi, originali,
nuove colonie infettive
saremo capaci di produrre,
amandoti,
ma intanto oggi
siamo consapevoli
che questo ti dobbiamo:
fermare i virus silenti
che viaggiano indisturbati e volentieri,
lungo gli alberi genealogici
( ansie, paure, ipocondrie,
pessimismi, sfiducie,
infelici meditazioni sul Sé
e sul Mondo, scetticismi vari...)
Compito nostro
è l'essere antibiotici
e setaccio di famiglie:
ri- tramandarti il Bene
fermando la coazione al peggio.
Matteo Pelliti da Somiglianze di famiglia
Mi accorgo col tempo di essere copia conforme di genitori cui ho attribuito per anni milioni di colpe.
RispondiEliminaMa non ho figli, e almeno mi verrà risparmiato eguale, inconsapevole, processo.
E' un fatto che, col passare degli anni, finiamo sempre più per assomigliare ai nostri - tanto vituperati in gioventù - genitori, pur mettendoci magari tanta buona volontà per essere diversi. Comincio a pensare che sia anche questa una legge di natura. E non mi dispiace poi tanto...
RispondiEliminaNeanche a me, perché mi piaccio in fondo, e comprendo che sono in gran parte opera loro, un derivato, e spesso peggiore.
EliminaNon mi sento un " derivato" ma - da credente - mi sento assolutamente unica e neanche peggiore. Come creatura , ( quindi come tutti ) ho pregi e difetti.
RispondiElimina