Pablo Picasso. Maternità. La madre e il figlio, 1903
implacabile memoria,
nella fila di luci
che per te ho fotografato
l'altra sera osservando
lumi dall'alto
e subito ho pensato che il più caro
e chiaro di quei lumi
fossi tu,
ripartita invece da un attimo
e per sempre perduta
come la collana di turchesi che indossavi
ogni ultima sera di villeggiatura.
Era la morte
nel mare già di piombo
quella linea più scura
dove andavo un tempo remoto
tutte le sere fino in fondo,
oltre il faro alla fine del molo
a nominare invano il tuo nome,
qualche volta a bestemmiarlo,
ed era soprattutto quando
lo invocava il maestrale al mio posto,
liquido e violento sulle labbra.
Una luce strascicata
e come un biscotto trapassata
se nel tè lo tieni a mollo
quel momento di troppo
all'inizio del mattino
e il meglio sul palato è già svanito
assieme all'effetto da poco
del tuo nome così padano,
Luciana che strascichi la luce
fino a chissà dove.
Cosa poi succede non lo so
se tutte le volte che ritorno
dopo guardo più in alto l'incavo
della cima apuana con la sua
cava di marmo
nel mare rispecchiata.
Bagliore di bianco, nient'altro
che l'ultima, l'ultima mia
fine dell'infanzia.
Alberto Bertoni Inedito ( Semplici abbandoni )
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