mercoledì 14 aprile 2021

A MIA MADRE



                                     Pablo Picasso. Maternità. La madre e il figlio, 1903





S'è affacciata la morte,

implacabile memoria,

nella fila di luci

che per te ho fotografato

l'altra sera osservando

lumi dall'alto

e subito ho pensato che il più caro

e chiaro di quei lumi

fossi tu,

ripartita invece da un attimo

e per sempre perduta

come la collana di turchesi che indossavi

ogni ultima sera di villeggiatura.


Era la morte

nel mare già di piombo

quella linea più scura

dove andavo un tempo remoto

tutte le sere fino in fondo,

oltre il faro alla fine del molo

a nominare invano il tuo nome,

qualche volta a bestemmiarlo,

ed era soprattutto quando

lo invocava il maestrale al mio posto,

liquido e violento sulle labbra.


Una luce strascicata

e come un biscotto trapassata

se nel tè lo tieni a mollo

quel momento di troppo

all'inizio del mattino

e il meglio sul palato è già svanito

assieme all'effetto da poco

del tuo nome così padano,

Luciana che strascichi la luce

fino a chissà dove.


Cosa poi succede non lo so

se tutte le volte che ritorno

dopo guardo  più  in alto l'incavo

della cima apuana con la sua

cava di marmo

nel mare rispecchiata.


Bagliore di bianco, nient'altro

che l'ultima, l'ultima mia

fine dell'infanzia.




            Alberto Bertoni    Inedito ( Semplici abbandoni )


 

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