Tu porti il dono azzurro dell'ascolto...
abbiamo conosciuto l'amore.
Tu eri grande e bianca
col
fazzoletto alla francese
mollemente annodato sulla nuca
rughe tenere a solcare il viso di pane
dalle tue mani migravano carezze instancabili
carezze così non ne ho più conosciute
e se a volte piangevo
sotto i colpi d'ascia di una pena
che non meritavo
tu pure piangevi
e dicevi
non è niente
è solo un moscerino
che mi è entrato negli occhi.
***
Io porto le poesie
tu i baci
io, una nuvola di parole
tu, il dono azzurro dell'ascolto.
Ho potato le mie rose
porto i rami secchi
tu, una fiammella
che li faccia concime per la terra.
Porto due o tre semini da piantare
tu, l'acqua sorgiva dalle tue mani a coppa.
Porto uno scampolo della mia grande ombra
tu, il raggio delicato del tuo sole.
Guardiamo che succede, adesso
così immobili a vegliare
guardiamoci accadere
lasciamoci sbocciare.
***
Avresti dovuto farmi piana
ma non posso darti torto
ci si diverte un mondo
a fare il cuore storto.
***
Bisogna aspettare
allenare la pazienza
abitare la faticosa sedia della pausa
dignitosamente immobili
superstiti indecisi se vivere
sia ancora un miracolo
o una punizione.
Come un giocattolo rotto
mi assedia il tempo perduto
e non mi rimedia quello che resta
le facce sgargianti delle possibilità
attorno alle mie mani incapaci.
***
Tutta la casa era un alibi
o un fiume
che scorreva verso di me
pensavo l'eternità
come si pensa
un fiocco di neve.
Rita Greco da Perché ho sempre addosso un cielo
Quanta vita in queste parole.
RispondiEliminaE quanta consapevolezza !
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