mercoledì 7 aprile 2021

METTIAMO UNA " MATTINATA..."



                                Supporresti che, oltre la tua morte, nient'altro morirebbe?




METTIAMO UN MATTINO COME UN ALTRO


Mettiamo un mattino come un altro

fischiettando tra i marciapiedi della tua città



- fosse fine primavera -

tra gli smilzi fili d'aria

che la mia bocca lascerebbe cadere

abbandonassi anche qualche lacrima,

tu cosa raccoglieresti?



Mettiamo in un mattino come un altro

volessimo incontrarci in un bar per il caffè

- fosse fine primavera -

e io mi fossi un po' attardato.

Una volta terminato il caffè



mi chiederesti, con aria immatura,

di restituire quel tempo insieme che ti ho sottratto?



Mettiamo - dicevo - un mattino come un altro,

chiudessi i tuoi occhi e con  le mani le tue orecchie su di me

- fosse fine primavera -



evaporassi assieme a tutto il mondo.

Supporresti che la vita procede ancora,

che oltre la tua morte nient'altro morirebbe?

Sapresti, con certezza celeste, di avermi davanti?



Vorrei sapere se un mattino come un altro,

ravvisando la luce sensuale del sole

- fosse fine primavera -

cominceresti a pensare al caldo che si attenua

in un mattino di fine estate

e alla vigna dove potremmo spogliarci e baciarci,

tra l'uva matura?



In conclusione, mi piacerebbe capire

semplicemente se posso chiamarti amore.




                      Fabrizio  Sani          Inedito




2 commenti:

  1. A volte basterebbe provare a chiamarla amore e si capirebbe, si capirebbe bene
    😉

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  2. Qualche volta è il gelo che si avverte dall'altra parte a impedire il giusto pronunciamento. Non è l'orgoglio del temuto, possibile rifiuto, ma una sorta di più intimo pudore...

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