Gustav Klimt - Fregio di Beethoven
LA LETTERA
Michelle, noi fummo uccelli che si sfiorano,
frecce verso la luce, che s'inseguono
gridando sempre più in alto, fino all'estasi,
sorella dell'effimero.
- Non servono le immagini fra noi : dissi parole
in sogno, che rendono più breve la distanza
fra i nostri corpi, figure infernali; tu sapevi
formarne anelli abbastanza stretti
perché esultassero scordando i loro limiti
e la morte che - curiosa - dietro aspetta;
io, ero troppo spesso un fanciullo distratto,
viaggiavo e poi invecchiavo, abbandonandoti,
e quando risalimmo lassù verso l'alba cruda,
ero uno spettro che tu guidavi di strada in strada,
là dove il canto del gallo mai più l'avrebbe raggiunto.
Eppure quest'ombra ti amava. E non sai mai
laggiù cosa ti attende, quale abbraccio...
- Abitante di questa notte, penserai
senza troppo odio a chi dimora chissà dove
e ti sfiorò come un uccello sulle palpebre,
poi risalì, senza cessare di scorgere in basso
il tuo sorriso scintillante come un fiume.
Philippe Jaccottet da Il barbagianni. L'ignorante ( Trad. di F. Pusterla )
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