mercoledì 7 aprile 2021

LA LETTERA DI JACCOTTET



                                                 Gustav Klimt  -  Fregio di Beethoven




LA LETTERA


Michelle, noi fummo uccelli che si sfiorano,

frecce verso la luce, che s'inseguono

gridando sempre più in alto, fino all'estasi,

sorella dell'effimero.

- Non servono le immagini fra noi : dissi parole

in sogno, che rendono più breve la distanza

fra i nostri corpi, figure infernali; tu sapevi

formarne anelli abbastanza stretti

perché esultassero scordando i loro limiti

e la morte che - curiosa - dietro aspetta;

io, ero troppo spesso un fanciullo distratto,

viaggiavo e poi invecchiavo, abbandonandoti,

e quando risalimmo lassù verso l'alba cruda,

ero uno spettro che tu guidavi di strada in strada,

là dove il canto del gallo mai più l'avrebbe raggiunto.

Eppure quest'ombra ti amava. E non sai mai 

laggiù cosa ti attende, quale abbraccio...

- Abitante di questa notte, penserai

senza troppo odio a chi dimora chissà dove

e ti sfiorò come un uccello sulle palpebre,

poi risalì, senza cessare di scorgere in basso

il tuo sorriso scintillante come un fiume.



          Philippe Jaccottet   da   Il barbagianni. L'ignorante ( Trad. di F. Pusterla )



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