Heinrich von Kleist
(...) Erede di una nobile famiglia prussiana molto attiva fra le alte
gerarchie militari, Heinrich von Kleist attese il ventitreesimo
anno di età per fidanzarsi con Wilhelmine von Zenge, figlia del
comandante della guarnigione di Francoforte. Gli Zenge
dovevano essere molto affabili, espressione di quella
socievolezza che favorisce relazioni personali piacevoli ma
superficiali. Così il giovane Kleist ebbe a notare la profonda
differenza che sussiste tra una pur brillante chiacchiera e una
conversazione che richiede la capacità di indugiare e di
soffermarsi a lungo su un argomento, analizzandolo in ogni
sua parte fino ad esaurirne il potenziale d'attrazione. Con
tale esercizio si consegue comunque una delle mete più
auspicabili concesse all'uomo, cioè la sua integrazione nell'
uniformità adattiva del sociale, mentre lo scrittore, l'artista, il
filosofo perseguono un altro , più impervio e problematico
scopo che può essere raggiunto soltanto attraverso la
solitudine, il pensiero, la cautela e la precisione.
Fin da ragazzo Kleist aveva individuato lo scopo della sua
esistenza, la sua peculiare destinazione - o meglio - la
condizione trascendentale che rende possibile qualsiasi
esistenza : edificare un piano di vita e porlo davanti a sé come
ideale regolativo che orienta ogni esperienza. Perseguire
questo disegno di vita esige il doloroso affrancamento dalle
tradizioni familiari e richiede la presa di congedo dalla
carriera militare e da ogni altro impegno per dedicarsi
esclusivamente alle scienze, alle arti e alla filosofia : " soltanto
mediante tale ferma risoluzione, incomprensibile agli spiriti
ignavi , sarà possibile essere soddisfatti di sé, consapevoli della
propria dignità e godendo della " gioiosa visione" della
bellezza morale del nostro Io. " (...)
Marco Vozza da A debita distanza ( Kierkegaard, Kafka, Kleist e le loro fidanzate )
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