giovedì 4 gennaio 2018

LE LACRIME DI EROS

 
 
 
" Io stesso non so che cosa desidero ( perché i desideri celano a noi stessi la cosa desiderata ).  L. Wittgenstein



(...) La relazione erotica è oscena perché esibisce la ferita di
      esistere ma qui risiede anche la sua sovrana purezza, quella
      che consente di comunicare con l'altro nella comune, generosa
      e incondizionata esposizione della  nuda vita. Nella sensualità
      di un corpo che si denuda, ciò che attrae non è l' essere, ma la
      ferita, il vulnus dell'incompletezza: in essa risiede la possibilità
      angosciosa di comunicare, di valicare la solitudine costitutiva
      dell'esistente fino a costituire una comunità inconfessabile e
      inoperosa degli amanti, come un'orgia di singolarità che si
      trasmutano in corpi eucaristici. La vita è la storia di un lusso
      dispendioso il cui culmine è la morte: ebbrezza del dissipare.
      E l'esuberanza - per Blake come per Nietzsche - è sinonimo di
      bellezza. L'oggetto del desiderio è il nulla a cui l'essere
      abbandona l'esistente, mai l'essere pieno e intatto, non scalfito
      dalla sofferenza: in tal senso - oggi - l'amore è poco praticato;
      raramente vi è passaggio di calore o di luce tra un essere e
      l'altro, poiché lo si intende perlopiù come incontro di due
      persone piene, narcisisticamente compiaciute, che mai
      godranno dei privilegi della tenerezza, quello che alimenta una
      straziante e inesausta passione di comunicare, in attesa di una
      carezza. Nell'erotismo, il soggetto umano non si afferma, si
      perde; la verità di Eros si manifesta sempre nelle sue lacrime ,
      al modo di un  bagliore di luce percepito tra due nubi.
      Non si dovrebbe temere oltremodo l'infezione reciproca delle
      ferite per neutralizzare la quale si applicano dispositivi
      immunizzanti e si impone il principio di prestazione.
      Bataille proponeva di  "considerare come legge il fatto che gli
      esseri umani non sono uniti se non da lacerazioni e da ferite".
     In queste ultime troviamo la radice del nostro essere - in -
     comune; ma chi è disposto a sperimentare nell'amore la
     lacerazione della propria integrità ? Chi è disponibile al
     contagio della relazione - verrebbe da domandarsi?  (...)


           Marco  Vozza     da    Le maschere di Eros




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