Soren Kierkegaard
della prostituzione borghese, in questa città dove non si può
vivere felici se non a patto di essere una nullità " nasce, il 5
Maggio 1813 Soren Kierkegaard.
A ventiquattro anni conosce Regine Olsen,figlia quattordicenne
di un influente consigliere di Stato, ragazza di bell'aspetto e di
buon carattere, con la quale Soren si fidanzerà nel 1840, due
anni dopo la morte del padre. Ma l'anno successivo, dopo varie
peripezie che generarono nella ragazza gravi crisi depressive,
Kierkegaard le restituisce l'anello di fidanzamento e rompe
definitivamente il rapporto.
Un gesto sofferto il suo, compiuto da un individuo affetto da
una complessa sindrome psicopatologica, per la comprensione
della quale andrebbe convocata l'intera letteratura psichiatrica
filosofica e letteraria che si è espressa fin dall'antichità sul
tema della malinconia . Nei Diari , Kierkegaard rappresenta
costantemente il suo profilo psicologico come temperamento
malinconico e considera tale peculiarità responsabile in ultima
istanza dell'impossibilità di mantenere il rapporto di
fidanzamento nella naturale prospettiva del matrimonio.
In una lettera che accompagna il dono di una rosa e che rivela
il profilo tetro del suo immaginario necrofilo, il filosofo scrive
alla fidanzata che egli è " testimone malinconico del suo
progressivo appassire ": constata come lo stelo si sia inaridito,
come le foglie piegate lottino contro la morte, come il profumo
sia andato perduto, come infine essa sia destinata ad essere
deposta " in una tomba bianca e pura ", sigillata dalla donna
amata.
Indugiando nel suo spleen tardo romantico, Kierkegaard scrive
di muoversi nel vuoto, l'unica dimensione che egli riesce a
percepire, condannato a morire la morte giorno per giorno
perché essa è la forma della vita, dalla quale non scaturisce un
solo pensiero che sappia connettere il finito e l'infinito. Per
effetto corrosivo di un dubbio ipertrofico, di un'angoscia
onnipervasiva : " la mia anima è come il Mar Morto, su cui
nessun uccello può volare perché - giunto a metà della via -
precipita sfinito nell'abisso mortale". (...)
Marco Vozza da A debita distanza ( Kierkegaard, Kafka, Kleist e le loro fidanzate )
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