lunedì 15 gennaio 2018

L'AMORE IN AUTUNNO 1

 
 

" Les sanglots longs des violons de l'automne blessent mon coeur d'une langueur monotone..."  ( Paul Verlaine )



(...) Nella vita degli uomini ci sono incontri che si fanno destino e
      incontri che fanno parte di un destino. Come certi amori
      autunnali, che odorano di foglie morte e di muschio, che sanno
      di terra bagnata, di castagne e di forre. Sono questi amori che
      sfiniscono la vita e avvelenano l'esistenza senza ucciderla.
      Come i violini di Verlaine, come i  colchici di Apollinaire,
      recano con sé lacrime e veleno che rigano il volto e
      intorpidiscono la lingua e le estremità degli arti. Ma non
      uccidono quasi mai. Il cuore continua a pompare il sangue
      nelle arterie, la frequenza respiratoria si mantiene regolare, la
      mucosa dello stomaco secerne succhi gastrici. E' ancora
     possibile perfino lavorare, uscire a fare due passi, sedere con
     gli amici ad un tavolino - quello di sempre - sorseggiando del
     bianco rhum portoricano e fumando una sigaretta. Oppure
     sfogliare - con malcelata indolenza - il quotidiano, mentre si
     attende in fila il proprio turno alla Posta e la ragazza davanti
     a noi si passa annoiata la mano sui capelli.
     Ogni tanto - poi - ci prende un groppo alla gola: non ritroviamo
     più la strada di casa e ci disturba la coppia di innamorati che
     con passo sicuro attraversano il traffico cittadino, costringendo
     le auto a fermarsi o a suonare il clacson ( Mais les enfants qui
     s'aiment / ne son là pour personne ).
     Eppure la salute è buona - il medico di famiglia lo ha detto
     apertamente -; e allora perché quel groppo alla gola, quell'
     improvviso sentirsi disorientati nella nostra città - quasi fossimo
     dei turisti , quasi fossimo una scolaresca in gita? -
     Perché quel sottile e inatteso fastidio per un uomo e una donna
     che, incuranti di tutto quanto li circonda, si lasciano guidare
     dall'amore dove l'amore li conduce ( Il sont ailleurs bien plus
     loin que la nuit) ?.  (...)


            Francesco  Ricci    da     Tre donne

Nessun commento:

Posta un commento