mercoledì 3 gennaio 2018
LE MASCHERE DI EROS 2
(...) Quando siamo impegnati nell'investimento amoroso, noi stessi
ci sottraiamo al principio di realtà, " siamo solo lo spazio e lo
stimolo per il suo mondo di sogno, onnipotente e illimitato. L'
amore tra due esseri durerà esattamente fintanto che saranno
capaci di offrirsi a vicenda tale possibilità."
Ecco spiegato il mistero della reciprocità che il solipsismo
sembrerebbe rendere impossibile o perlomeno paradossale:
essere uno per l'altro lo schermo bianco sul quale proiettare
le linee e i contorni del proprio desiderio; farsi ricettacolo
delle istanze altrui garantendosi uguale sebbene irrelata
possibilità. Un duplice atto creativo, possibilmente simultaneo,
una tacita convergenza di intenti che spesso prescinde dalla
rilevazione di affinità che dovrebbe giustificarla, senza la
pretesa di ricostituire una totalità infranta. Un incontro che
stimola la produttività dei due soggetti contraenti, che genera
un entusiasmo creativo analogo a quello che prova il pittore
di fronte a un paesaggio. L'amante non ha interesse a
conoscere le proprietà ontologiche altrui, a sapere veramente
com'è l'altro, destinato a rimanere inesplorato nella sua
alterità: " i due rimangono un mistero l'uno per l'altro" e
continuano imperterriti a idealizzarsi fin quando devono
constatare che non vi è più energia disponibile in tal senso.(...)
Marco Vozza da Le maschere di Eros
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