giovedì 11 gennaio 2018
LA SAPIENZA DEL CUORE 3
(...) Ai vissuti affettivi, Stein attribuisce una capacità causale
perché - analogamente agli eventi che accadono nel mondo
esterno - molti dei quali spiegabili in termini causali, anche
nella sfera affettiva si può cogliere la capacità di un vissuto di
orientare l'accadere prossimo della vita interiore. Sentire una
pesante stanchezza esistenziale porta a rallentare la propria
presenza mentale; sentire al contrario che la gioia ha
rinvigorito la propria forza interiore, spinge ad attivarsi con
intensità nel mondo. Una buona autocomprensione dovrebbe
portare a capire quali tipi di movimenti dell' anima conseguono
a certi vissuti affettivi, i quali sono diversi non solo per come
inclinano lo sguardo esistenziale ( positivo o negativo ), ma
anche per intensità e profondità. L'intensità del sentimento
dipende dall'intensità del valore che ha l'oggetto cui il sentire
si riferisce. E poiché ciascun essere umano sente nell'intimo il
desiderio di bene, la mente non può sottrarsi alla tensione di
andare alla ricerca delle cose che consentono di fare della
vita un tempo buono. Le cose che per l'anima hanno grande
valore, generano sentimenti intensi e profondi: pensare di
poter stare in contatto con le cose di valore - non solo idee
come vorrebbe Platone, ma innanzitutto persone - genera un
sentimento positivo, mentre temere di perderle produce stati
mentali di sofferenza.
Nel mondo, ogni cosa ha una propria origine. Anche i vissuti
vengono da un " dove" e hanno un loro tempo. I vissuti
scaturiscono da una valutazione. Se penso di aver fatto
qualcosa di buono, l'anima risuona di piacere; se invece
ritengo di non essere riuscito a fare quello cui tenevo e in cui
riponevo la speranza di dare senso al mio agire, è possibile che
un senso di sofferenza scenda nell'anima. E questa sofferenza
avrà un'intensità diversa a seconda del grado di valore
assegnato alle cose cui mi sono dedicata.
Ma la qualità del nostro vivere dipende non solo dalle
valutazioni che noi stessi diamo della nostra esperienza, ma
anche da quelle che riceviamo o pensiamo di ricevere dagli
altri. Noi - infatti - siamo esseri intimamente relazionali e il
nostro vivere affettivo è in stretta relazione con il tipo di
valutazione che gli altri danno di noi. Poiché siamo esseri
relazionali, la valutazione che do di me è in stretta relazione
con quello che sento venire dagli altri, soprattutto da quelli
cui assegno un ruolo importante nella mia vita.
Trovarsi nello sguardo positivo dell'altro può trasformare il
modo di sentirsi. (...)
Luigina Mortari da La sapienza del cuore ( Pensare le emozioni, sentire i pensieri )
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento