" Filosofia dell'esistenza come pratica di pensiero che cerca di disegnare un orizzonte di punti di luce..."
L' ARTE DI COLTIVARE L' ESSERCI
(...) Si può vivere per inerzia: non come si vuole vivere, ma come si
è cominciato ( Seneca ," La tranquillità dell'anima " ).
Ma questa non è vita, è il semplice osservarsi nel tempo.
La vita può essere solo ciò che capita, ma può essere anche
essere altro: può essere un lavoro di composizione di attimi di
senso dove traluce il desiderio di trascendenza. A noi è affidato
il compito di trovare l'arte di vivere la vita. Di trovare gesti e
parole che nutrano l'anima di "acqua viva " ( Giovanni 4,10)
per riuscire a fare della vita stessa un'architettura di senso.
Si viene al mondo con il compito di divenire il proprio poter
essere dando la miglior forma possibile alla proprie possibilità
esistentive. E' in questa essenza dinamica e protensiva che
consiste l'essenza dell'esistenza, un'essenza che si fa sentire nei
termini di una responsabilità individuale.
Ciascuno è responsabile della forma che assume il proprio
esserci. Siamo responsabili del modo del nostro divenire perché
siamo esseri non determinati: nella nostra essenza siamo fili di
possibilità. A noi non è dato il modo del permanere puro, come
la foglia del ciliegio che trova il suo tempo già definito, ma da
subito siamo chiamati a inventare il disegno della vita.
L'arte di vivere è coltivazione delle possibilità dei modi dell'
esserci, perché ciascuna possa fiorire nella sua forma migliore.
Fra le possibilità dell'esserci c'è anche la capacità i avere cura
di sé, attraverso la quale il soggetto si assume il compito dell'
autoformazione. Aver cura di sé, significa prendersi a cuore l'
esistenza per trasformare il vivere,il tempo - che ci è consegnato
così come accade - in esistere, cioè in un modo di esserci in cui
il proprio divenire prenda forma secondo direzioni e desideri
meditati nel vivo.
Ma la cura di sé è una forma di azione massimamente difficile
perché nessuno ha padronanza dell'arte di esistere. Della cura
di sé intesa come pratica per far fiorire l'essere, non esiste una
scienza che abbia la forma di un sapere fondato su evidenze
certe; non esistono dispositivi ermeneutici e regole di azione
dal valore generale. Il lavoro dell'esistere ha necessità di un
pensiero che rischiari, ma questo pensiero non può avere la
forma di un discorso scientifico. Per interpretare e orientare il
nostro esserci, abbiamo necessità di una filosofia dell'esistenza,
da intendere come quella pratica di pensiero che cerca di
disegnare un orizzonte di punti di luce capaci di rischiarare
quel tanto che è necessario per trovare la giusta direzione dell'
esserci e i ritmi del camminare nel tempo che ci è dato. (...)
Luigina Mortari da La sapienza del cuore ( Pensare le emozioni, sentire i pensieri )
Discorso ricco, importante, da meditare.
RispondiEliminaE insieme alle parole, le grandiose note di Bach che hai scelto ci riportano davvero all'ESSENZIALE.
Grazie di cuore!!!
Pur non essendo del tutto nuovi i concetti di questo libro, ho scelto di postarlo perché contiene spunti che - come dici tu - si prestano ad una riflessione.
RispondiEliminaE poi - a differenza di altri testi filosofici molto complessi - ha un linguaggio comprensibile, scorrevole e piano che si adatta anche ad un blog
( che non sia di " soli addetti ai lavori " ).
Avevo il dubbio invece che non venisse compreso ( nella fattispecie ) l'abbinamento col brano di Bach, ma dopo il tuo commento sono più tranquilla!
Grazie del commento sempre attento e pertinente e della costante presenza.