sabato 27 gennaio 2018
DI COSA PARLANO LE DONNE ( Quando parlano d'amore ) 3
(...) Tuttavia, ancora tra donne - e solo tra donne - ci si dice ciò
che l'altro non deve sapere o non saprà mai , o almeno, in quel
momento. Perchè sarebbe inutile, perché ci penseremo noi,
perché riteniamo di aver visto meglio e più lontano di lui, e così
toccherà a noi fare in modo che talune cose accadano, che
altre si realizzino, oppure cambino. Temiamo ancora gli uomini
come stranieri? Li disprezziamo perché irrimediabilmente
diversi, occupanti, intrusi? O quello che ancora teniamo per
noi è l'inscalfibile convinzione di sapere di più e meglio degli
uomini le cose dell'amore? E che cosa ci restituirebbe questo
primato: un'attitudine, una superiore sapienza, una maggiore
familiarità con gli affanni umani o con il senso più ultimo e
autentico dell'esistenza?
" Siamo le curatrici della specie umana", mi aveva detto un'
amica per spiegare il talento a fare nostri gli affanni e i
tormenti, e a trasformare l'altro in una risposta a una domanda
di senso che riguarda noi stesse. Ma in questa competenza
stanno - come le due facce di un Giano bifronte - subalternità
e dominio, forza e debolezza, sapienza e dannazione.
Se spostarsi da questa posizione di conflitto e contrapposizione
significa rinunciare a stare con i piedi ben piantati nel centro
della vita, allora ci resto: non ci rinuncio per avere in cambio
una più lieve consapevolezza di me, una più superficiale e
distratta cognizione del senso da attribuire alla mia vita.
Ma vorrei - quello sì - spostarmi anche rinunciando a molto
del mio spazio, se questo potesse far posto a un uomo. Perché
vorrei condividere una posizione perdendone - qualora poi vi
sia - anche il " privilegio"; vorrei che da quell'osservatorio ci
fosse posto per entrambi, maschi e femmine.
Perché se è vero che le donne riescono a " conoscere il mondo
attraverso l'amore ", da tempo ormai gli uomini hanno smesso
di coincidere con il mondo. (...)
Iaia Caputo Di che cosa parlano le donne ( quando parlano d'amore )
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