giovedì 11 gennaio 2018
LA SAPIENZA DEL CUORE 4
(...) C'è nell'anima una necessità inaggirabile di sentirsi tenuti
nella mente e nel cuore di chi per noi ha valore. Nel bambino è
lo sguardo della mamma, nell'adolescente che inizia il processo
di costruzione del senso della vita è lo sguardo di chi
rappresenta un punto di riferimento, nell'età adulta è il bisogno
di riconoscimento da parte della persona con cui si vorrebbe
intrecciare il senso della vita. Scoprirsi mancanti di un luogo
nel pensiero dell'altro può farci sentire mancanti di essere.
Sentire di essere nel pensiero di un altro per noi significativo e
che questo suo pensiero riconosce il nostro valore, nutre di
energia vitale la nostra mente. Il non sentirsi riconosciuti
- invece - nientifica l'essere; allora si vorrebbe quasi non
respirare, così da non sentire il dolore. Le cose si dileguano,
come quando la nebbia scende tra te e il mondo e ti senti
irrevocabilmente sola. Può essere che per l'altro si conti
qualcosa, ma ad avere effetto sul nostro modo di sentirci è
l'interpretazione / valutazione che noi elaboriamo del nostro
modo di esserci.
La mia mente non è separata da quella degli altri: conosco i
pensieri di altri e sento le emozioni che altri sentono. Questa
commistione ontologica rende debole il mio essere, perché
risulta permeabile all'essere dell'altro. Se l'altro pensa per me
pensieri buoni, anch'io faccio esperienza del buono; se l'altro
mi pensa in modo negativo non posso essere indifferente e
rimanere estranea a questi pensieri. Poiché ogni pensiero è
emotivamente tonalizzato, la mia mente sta dentro un
contenitore di relazioni che mi fa fare esperienza di una
molteplicità differente di emozioni. Navigare dentro la
complessità della vita relazionale è oltremodo difficile.
Ci sono atti affettivi nutriti di realtà e atti affettivi illusori.
immaginari. I primi sono legati a una valutazione adeguata
dell'oggetto e a eventi realmente accaduti considerati nella loro
reale misura; gli atti affettivi illusori invece nascono da
invenzioni del pensiero, a da una alterata valutazione dei fatti
e sono spesso cercati e prodotti per colmare un vuoto, per
addolcire certe amarezze della vita.
Per ritrovare la giusta misura del sentire, è necessario
depotenziare certe tensioni sradicanti che allontanano la realtà
nel suo crudo mostrarsi e nutrire quegli sguardi della mente
che consentono di stare nella realtà così com'è . (...)
Luigina Mortari da La sapienza del cuore ( Pensare le emozioni, sentire i pensieri )
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