martedì 22 gennaio 2019

LE TRECCE DI RAFFAELA

 
 

                                Più bella, più forte, rimarrai in silenzio davanti alla tua morte..


ATENA

Il tuo gioco è il prisma
del puro intelletto.
      Chiarezza.
Lo sguardo frontale
che ordina il cosmo
e chiuso
sotto la corazza
il petto.
Sul torace l'effige
di un trofeo:

la testa di Medusa
dentro il
 cerchio

non più spasmo
riflesso
nello specchio di Perseo
ma sulla tua armatura
ombra convulsa vinta
           di te stessa
scuro bottino
pupilla introflessa

o abile incrocio
di rimandi
se defletti e rendi
di pietra
chi cerca invano in te
una sapienza
che comprenda
             l' Abisso
non lo chiuda
            nel controllo
            nell'oro
di uno scudo

di una circonferenza.


                                             ***


PSICHE

Improvviso
il pallore
il capo riverso
e rovesciato il vaso
da cui speravi
bellezza.
         La vista
ha cercato
ragioni
e si è persa.

( Inganna la luce
lusinga
in superficie )

Perché forzasti
il dono
e non credesti al buio
               unico guado ?
Ti mancò la fede.

Adesso cosa vedi
nel sonno
senza sogni?
               Ma ecco
dall'estremo
più fragile più esposto
               un soffio.
Ti apri
non lo indaghi.
Lo chiami
           dentro te
dove dal vuoto
s'inarca già l'attesa.


Ti salva
un dio d'amore.
          Ti sveglia
perché scorda
il bruciore dell'olio
sulla spalla
         e ti destina
al vento:
con le ali ti offre ali
di farfalla
         e sfalda
il tuo passato
---------- il tradimento.


                                          ***


CASSANDRA

Non pieno
torrente
non voce che esonda:
un rivolo di sassi
si è rotto
dentro il ghiaccio
passando dalle tempie.

Cosa ascolti?
Sei un corso senza estuario
senza ebbrezza.
                Dove il furore
di chi si dà all'ignoto?
Ti sbrecci
inutilmente

perché non fosti amante
del dio
che ti voleva
             nella luce.

A lui rubasti
la notte non la cetra
un freddo di faretra
il sibilo la freccia dello sguardo
                  parola
che si perde.

Ma il tempo ti converte.
Ora ti arde
una visione tersa
                fatta vera
soltanto dal dolore
e sai
che non puoi farne dono.

              Sei sola
al centro del tuo squarcio.

( Il futuro
non vuole scorciatoie
ma una conquista
lenta
dell'uomo che nel buio
del passato
camminerà sulla brace.)

E taci

come quando
più bella più forte
rimarrai in silenzio
davanti
alla tua morte.



                       Raffaela  Fazio   da     Ti slegherai le trecce


2 commenti:

  1. Sempre un po' ermetica questa poeta, ma sicuramente interessante per i contenuti e la versificazione.
    Grazie del passaggio.

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