martedì 15 gennaio 2019

FORTE COME LA DOLCEZZA 3



(…) La dolcezza va invece ben oltre un confine tanto labile. E' uno
       stato attivo e indipendente, che non si lascia provocare da un'
       effimera sollecitazione emotiva, ma si mantiene costante come
       una musica  di fondo e uno stile dell'essere.
       Proprio per questo, e perché sovente è arduo mantenerla in
       attività, non si tratta i un patrimonio autenticamente a
       disposizione di tutti. Per alcuni è più raggiungibile, per altri lo
       è meno,anche se per questi ultimi c'è sempre modo per trovarla
     - o ritrovarla -e farne una propria virtù.Purchè si mettano  nella
       direzione della ricerca.
       L' essere dolci non è affatto un atteggiamento che nasce come
       reazione a una data situazione privata o sociale. Per esempio,
       non è una semplice " emozione morale" ( come la definisce il
       filosofo americano Owen Flanagan ), una spinta che serve
       soltanto a organizzare una vita di relazione senza troppi
      grattacapi. Quando è così, la dolcezza appartiene al campo del
     " fare ", dell'agire artificioso per ottenere un tornaconto: una
      vita tranquilla senza scossoni dall'esterno, o un guadagno di
      immagine pubblica e di reputazione.
      Messa in una simile luce, la si deve intendere molto più come
      un comportamento che come un sentimento, un modo di agire
      distante da qualsiasi disponibilità a cercare un rapporto diretto
      con se stessi. Può esistere - infatti - soltanto se una certa
      situazione sociale dà l'occasione per sfoggiarla. In caso
      contrario non è difficile che sia disarcionata dal proprio stato
      emotivo e psicologico.  (…)


                        Fausto  Manara    da     Forte come la dolcezza

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