sabato 12 gennaio 2019
DONO E PERDONO 2
LA TENTAZIONE DI VENDICARSI
(…) La tentazione impulsiva di chi è stato offeso è quella di
rispondere al male con il male, infliggendo all'altro lo stesso
male che da lui si è subìto: è la vendetta. Quando la rabbia e il
rancore si impadroniscono della persona offesa e quando
questa misura le proprie forze capaci di ripagare l'offensore,
allora ecco la possibilità della vendetta.La si può attuare appena
le condizioni lo permettono,ma a volte può essere covata a lungo
pensata, progettata e perseguita conservando una memoria
ossessiva dell'offesa ricevuta. Il risentimento e la rabbia sono
propri di chi riapre costantemente la ferita ricevuta, ferita che
non guarisce mai, sicchè la memoria del passato esacerba la
sofferenza, il presente è occupato dalla recriminazione ossessiva
del male subito e il futuro appare dominato dalla possibilità
della vendetta.
Perché la vendetta è così seducente? Innanzitutto perché vedere
sofferente colui che ha offeso e umiliato può dare un piacere in
un certo senso narcisistico: non ci si sente soli nel dolore, anzi
il dolore ricade su chi ne è stato responsabile.
La vendetta può anche apparire una risposta di difesa, un
deterrente che impedisce all'offensore di reiterare la sua azione
malefica: si pensa in tal modo di " dare una lezione", di far
capire e assumere all'altro il male arrecato.
Può anche darsi che la vendetta miri a ristabilire una giustizia
infranta, a pareggiare i conti, secondo il principio vetero-
testamentario di reciprocità"Occhio per occhio, dente per dente"
Ma in verità, la vendetta fa crescere l'aggressività, moltiplica la
violenza, in una spirale che la diffonde e ammorba anche le
relazioni umane. Ci si illude che la vendetta si arresti alla
reciprocità, ma spesso essa diventa un crescendo, che somiglia
più al canto di Lamech ( quinto discendente di Caino che dà
inizio alla vendetta personale, o faida , n.d.r. ) : " Ho ucciso un
uomo per la mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido.
Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette ".
( Gen 4, 23-24 ) . (…)
Enzo Bianchi da Dono e perdono
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Un'analisi profonda e vera, bisogna lottare molto per non cedere alla spirale di odio e violenza
RispondiEliminaEsprimere la parte migliore di noi stessi ( quella in luce ) non è un fatto acquisito " per nascita".
RispondiEliminaOccorre prima di tutto volerlo ( c'è chi vuole vivere nell'ombra ), poi è necessario un lavoro lungo e a volte duro.
Grazie del commento