venerdì 4 gennaio 2019

BREVE STORIA DELL'OMBRA

 
  

                                     
                                                                                                    " Non una parola s'è
                                                                            mai dissolta in
                                                                            gloria, non una.
                                                                            Continuiamo a
                                                                            mandarle in alto
                                                                            - comunque -
                                                                           così come il sole
                                                                           piove giù. " (C.W )

NEVE

Se noi, come siamo, siamo polvere, e la polvere - com'è certo -
risorge,
allora risorgeremo e ci raduneremo
nel vento, nella nuvola, e saremo il loro effluvio,

una cascata di cose nella cascata del mondo, e scivoleremo
fra i rami puntuti e le giunture schiacciate dei sempreverdi,
formiche bianche, formiche bianche, e le piccole nervature.


                                        ***


CIO' CHE LASCIAMO INESPRESSO

Ciò che lasciamo inespresso è come la grandine nella bufera di ieri
notte
ancora aggrumata e bianca
all'ombra dell'erba alta, non ancora raggiunta dal sole.
Come parole taciute che scompaiono
a una a una nella luce,
ora cristalline e dorate, poi più nulla.
Come tutto il resto non fatto o non scelto.
Come tutto ciò che è liquido e trascurato,
ciò che non diamo, ciò che non prendiamo.


                                           ***


L' ANIMA

L'anima - come dice Mallarmé - è un nodo ritmico,
forma che si scioglie. O si riannoda.
Ciascuna è la sua musica:
il ragno nero incorda e intaglia, unisce e disunisce,
strumento, ombroso funambolo dell'aria,
un lungo lamento,
poesia che si culla al suo canto di sirena.


                                      ***


PELLI

Pensavi di salire e non hai fatto altro che scendere.
Su e giù; che altro lavoro c'è
da fare per te, che altro in questo mondo?
Le stagioni cedono. Le colline
s'abbassano e continuano a crescere. I tuoi piedi
si posano come piume sulla terra,
una pennellata qui, un incavo là, sempre senza
un'impronta, e sempre senza direzione.
O così sembra. Ma cos'è, per un uomo vagabondo,
tutto questo, che cerca i mutamenti del salice,
il moto e la striscia di fiume fra le foglie del pioppo,
la danza della scogliera e il cambio del vento,
solo con il gufo e il lombrico
dove tutto è trasformazione vera, tutto è crescita.


                                       ***


LA MEMORIA

Ascolta, la memoria ha il cuore duro e la testa tenera.
Qualsiasi luce l'occhio veda, il cuore ripete buio, buio, buio.
Nulla è mai perso, dissi una volta.
Non era vero: lo so adesso con un passato che è un nascondiglio
oltre ogni possibilità di recupero, a dispetto del nostro
desiderio e della nostra diligenza.
Quello che è andato è andato,
e si posa come gusci di riccio di mare sotto la palpebra della memoria,
giù nella tenebra dove non si muove nulla,
nulla tranne il cuore,
quel pesce senza occhi, portato da correnti lente, invisibili
sotto un gioco della campana di isole azzurre dove - in  superficie -
un giovanotto dallo spirito intatto riunisce alcuni amici
su un frangiflutti al sole.
Poi uno di loro tira fuori una macchina fotografica.


                                       ***


LA LINGUA DEL SILENZIO

Tutta la mia vita in ascolto della lingua oscura del silenzio,
e ora - ogni notte -
sento un leggero mormorìo, un lento trambusto,
il sangue che s'avvia per il suo lungo viaggio oltre la pelle.



                    Charles  Wright      da     Breve storia dell'ombra




2 commenti:

  1. Ne convengo: un linguaggio che sta tra il realistico e l'evocativo che mi prende molto… e che talvolta " fulmina" per come ti arriva dritto ( "... Pensavi di salire e non hai fatto che scendere…" ).
    Grazie del passaggio.

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