giovedì 10 gennaio 2019

AMORE E MORTE ( secondo Adriano ) 1

 
 

                                                         Aveva dovuto credersi amato ben poco…


(…) L' Amore, il più saggio degli dei… Ma l'amore non era
       responsabile di quella negligenza, di quelle asprezze, di quella
       indifferenza mescolate alla passione come la sabbia all'oro
     trascinato da un fiume;di quell' accecamento grossolano d'uomo
      troppo felice, e che invecchia. Avevo potuto essere così
      sordidamente soddisfatto? Antinoo era morto… Lungi dall'
      amarlo troppo, come senza dubbio in quel momento Serviano
      pretendeva a Roma, non avevo amato abbastanza quel
      fanciullo da obbligarlo a vivere. Cabria, che nella  sua qualità
      di iniziato orfico considerava il suicidio un delitto, insisteva
     sull'aspetto sacrificale di quella fine; provavo io stesso una
     specie di gioia orrenda nel ripetermi che quella morte era un
     dono. Ma ero solo a misurare quanto fiele fermenti nel fondo
     della dolcezza, quanta disperazione si celi nell'abnegazione,
     quanto odio si mescoli all'amore. Un essere oltraggiato mi
     gettava in viso quella prova di devozione; un fanciullo, nell'
     ansia di perdere tutto, aveva trovato quel mezzo per legarmi
     per sempre a lui. Se con quel sacrificio aveva sperato di
     proteggermi, aveva dovuto credersi amato ben poco per non
     sentire che perderlo sarebbe stato per me il peggiore dei mali.
    (…)



                 Marguerite Yourcenar    da     Memorie di Adriano



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