martedì 29 gennaio 2019

LA SERA DI FOSCOLO

 
 

                   " Sdegno il verso che suona e che non crea…" (U.Foscolo )


ALLA SERA

Forse perché della fatal quiete
tu sei l'imago a me sì cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,

e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.


                                    ***


DAL CARME DEI SEPOLCRI
( Esordio, vv 1-40  )

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?Ove più il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò più il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dì perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben Pindemonte! Anche la Speme,
Ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve
tutte cose l'obblio nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estremo sembiante e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo.

Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'animo estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo,e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molle ombri consoli.


                                      ***


IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, mi vedrai seduto
su la tua pietra, fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentili anni caduto:

la madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge i miei tetti saluto,

sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta;
e prego anch'io nel tuo porto quiete:

questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l'ossa mia rendete
allora al petto della madre mesta.


                                                   ***


CANTO DI CASSANDRA
(  Conclusione, vv 272-295 )

E voi, palme e cipressi che le nuore
piantan di Priamo, e crescerete ahi presto
di vedovil lagrime innaffiati,
proteggete i miei padri : e chi la scure
asterrà pio dalle devote frondi
men si dorrà di consanguinei lutti
e santamente toccherà l'altare.
Proteggete i miei padri. Un dì vedrete
mendico un cieco errar sotto le vostre
antichissime ombre, e brancolando
penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,
e interrogarle. Gemeranno gli antri
secreti, e tutta narrerà la tomba
Ilio raso due volte e due volte risorto
splendidamente su le mute vie
per far più bello l'ultimo trofeo
ai fatali Pelìdi. Il sacro vate,
placando quelle afflitte alme col canto,
i prenci argivi eternerà per quante
abbraccia terre il gran padre Oceàno.
E tu onore di pianti- Ettore - avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finchè il Sole
risplenderà su le sciagure umane.


                         Ugo  Foscolo   da      Poesie




2 commenti:

  1. Queste le ricordo dai tempi della scuola, anche se le apprezzo maggiormente ora...

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  2. I cosiddetti " classici" che si studiano a scuola - vuoi per immaturità di vita, vuoi perché ci obbligano a studiali- in genere non sono molto compresi e poco amati.
    Occorrerebbe rileggere molti autori che ci propongono a scuola ( e anche altri! )
    nel tempo della maturità, e certamente ne ricaveremmo giovamento per la nostra vita…
    Grazie del commento.

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