Sono straniero nella nostra vita…
Adesso che so che non possiedo nulla,
neppure l'oro delle foglie fradicie,
né questi giorni che a gran colpi d'ala
vanno da ieri a domani, rimpatriamo.
Lei fu con loro, pallida emigrante,
tenue beltà con i suoi segreti vani,
brumosa. Ed ora condotta certamente
via, tra i boschi piovosi. Come prima
eccomi in faccia ad un irreale inverno,
ricanta il ciuffolotto, una voce
che insiste, come l'edera. Ma il senso
chi lo può dire? E la salute scema,
simile - oltre la nebbia - al fuoco breve
che un inverno glaciale smorza. Ed è già tardi.
***
Sono straniero nella nostra vita,
perciò a te sola parlo, e in versi strani:
a te luogo sperato, età fiorita,
nido di paglia e pioggia sopra i rami,
arnia d'acqua che trema al primo albore,
nel buio nuova dolcezza. ( Ma ora è tempo
che i corpi lieti ritornino all'amore,
urlino gioia, e una ragazza pianga
fuori, nel freddo. E tu? In città non sei,
non vai incontro alle notti, è l'ora in cui
solo ricordo di una bocca vera
sono i miei versi ). O frutti maturi,
fonti di vie dorate, parchi d'edera,
solo a te parlo, mia assente, mia terra…
***
Sei qui, volteggia l'uccello del vento,
tu, mia dolcezza e ferita, mio bene.
Sfuma la luce di antichi torrioni,
la tenerezza schiude i suoi sentieri.
La terra ora ci è patria. E ci inoltriamo
tra l'erba e tra le acque, dentro il bosco,
dal luccichio dei baci in questa vasca
a quello spazio in cui cadrà la lama.
" Dove siamo?". Perduti dentro il cuore
della pace. Qui, più nessun rumore.
Ma sotto scorza e fango, sotto pelle
il sangue, con la sua forza di toro
che fugge, che ci rimescola e scrolla,
come sui campi i rintocchi sonori.
Phlippe Jaccottet da Lo slancio del cuore
Belle queste poesie, ti segnalo che il video non è visibile qui...
RispondiEliminaCome sempre, gli " slanci " di Jaccottet, oltre che provenire dal cuore, con il cuore procedono e al cuore arrivano… ( in modo diretto! ).
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione: ho diversamente provveduto.