" Ciò che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo " . ( San Francesco d' Assisi )
(…) Se non si è attenti a riconoscere la dolcezza nella sue vera
essenza e nella sua piena intensità, il rischio di cadere negli
equivoci - e smarrirsi - è in agguato : perché si tratta di un
sentimento o di un tratto del carattere, di un modo di essere e
di un modo di vivere - per sé e verso gli altri - che non ha
nulla a che vedere con il fare sdolcinato e con la passività dell'
essere. E' infatti uno stato attivo che contiene, modula e
armonizza una miscela fatta di disponibilità, empatia,
accoglienza, solidarietà, tolleranza e comprensione. Non è
mai fuori dalla realtà e dai codici del fare, sa però coniugarli
con quelli dell'amore e del rispetto, come pure con quelli della
rivendicazione del proprio ruolo nel mondo, senza che questo
implichi il ricorso alla prepotenza e alla prevaricazione.
Un'attitudine - appunto - una propensione dell'animo che
potrebbe essere patrimonio di moltissime persone e che invece
è coperta sovente dallo strano pudore che accompagna le
vicende interiori più delicate e impedisce loro di imporsi e
farsi vive.
Già perché, mossi dalla tentazione di omologarsi alle cattive
abitudini maturate nel clima aspro della competizione e dell'
azione, troppo spesso ci si dimentica della grammatica e della
sintassi della dolcezza : una propensione interiore che può
rendere più accogliente il mondo e aiutarci ad abitarlo più
felicemente. (…)
Fausto Manara da Forte come la dolcezza
Un testo interessante
RispondiEliminaPoi le lacrime che rendono fiele ogni miele.
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