mercoledì 30 gennaio 2019

ERO STRANIERO E MI AVETE OSPITATO ( Presentazione )


Questo libro è una lunga riflessione sul tema dell'ospitalità. Spinto dall'urgenza di affrontare i fenomeni dell'immigrazione e dell'integrazione - di quotidiana e spesso drammatica attualità - Enzo Bianchi cerca nell' Antico e nel Nuovo Testamento risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi.
E' etico - infatti - accogliere qualcuno senza potergli fornire una casa, cibo, vestiti, lavoro, ma soprattutto una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale?
Partendo dal presupposto che l'accoglienza è altra cosa dal soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia " stranieri e pellegrini "che hanno dovuto subire la diffidenza, l'ostilità e addirittura la persecuzione, l'autore - con grande sensibilità e profonda conoscenza dei testi biblici, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell'ospitalità al pellegrino, dell'apertura al viandante, che sono al centro dell'etica cristiana. Lo straniero è - sull'esempio del bellissimo episodio biblico di Abramo alle Querce di Mamre - una figura da accogliere ma anche - come è stato il popolo di Israele in Egitto- una figura capace di metterci in discussione, un'occasione per interrogarci su noi stessi, perché fare spazio all'altro significa arricchire la propria identità, aprirla ad orizzonti nuovi mettere le ali alle nostre radici.



                                    (  f  )

12 commenti:

  1. Mi riferisco all' Anonimo che stamani ha postato qui un link dal titolo, " Ero di casa e mi avere snobbato " ( senza altra parola )e che ho ritenuto di eliminare.
    E' vero che a volte i peggiori casi di emarginazione avvengono proprio nelle famiglie, ma c'è modo e modo di esporre il caso.Pretendo che qui si facciano discorsi seri ( e possibilmente non anonimi ). Io non temo di metterci la faccia per quello che scrivo, tu - Anonimo - perché non fai altrettanto?
    Se vuoi essere preso in considerazione in questo luogo ( che è casa mia ), la prossima volta ti presenti e parli in modo civile com'è costume delle persone di questo mondo, e vedremo di intessere un dialogo serio e costruttivo per te e per chi segue questo Blog. Se invece lo scopo era quello di prenderti gioco di me e di quello che scrivo, puoi andare pure a perdere il tuo tempo da qualche altra parte: ci sono sul web decine di siti che raccontano cavolate: rivolgiti lì. ( E' proprio vero quello che affermava Umberto Eco:" Che il web - disgraziatamente - ha finito col dar voce agli imbecilli, a coloro cioè che altrimenti non avrebbero potuto esprimersi mai perché in sostanza non hanno niente da dire.." ).
    Qui - se vuoi - potrai parlare onestamente e seriamente; ma alle condizioni che intendi tu, sappi che non avrai mai spazio.

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    1. Concordo pienamente, il rispetto reciproco non deve mai venire meno, nessuno è costretto a commentare o dire la sua, così come non è chiesto di essere d'accordo con tutto ciò che è scritto, ma è il minimo rispettare la persona che studia, fa ricerca e propone testi con passione e fatica, dietro un blog c'è un lavoro e un tempo notevole che va tenuto in considerazioneone e rispettato

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  2. "Non c'è peggior sordo..."

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  3. … di chi non vuol sentire…" Non mi ritengo tale, per questo mi dispiace che tu non ti sia sentito capito.
    Non ti conosco e non so cosa ti abbia spinto a fermarti qui e se tu covi dolori riguardo a questo problema.
    Potremmo - mantenendo l'anonimato - parlarne, oppure puoi scrivermi sull'e mail di contatto.

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    1. Grazie... Posso andare. Ho letto abbastanza.

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    2. Non dico altro perché quello che avrebbe potuto essere uno scambio costruttivo di idee si sta rivelando un'inutile polemica.
      Tuttavia non capisco il tono offeso di chi ha dato il " la " alla cosa parlando in modo criptico su una questione che richiederebbe invece chiarezza di idee e onestà di intendimenti.
      Purtroppo ( o per fortuna! )non ho ancora competenze da chiaroveggente e - soprattutto - non trattengo nessuno.
      Vada pure dove più le piace: " Pares cum paribus facillime congregantur ".
      ( Cicerone, De Senectute, III )

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    3. Non vorrei rimarcare...
      *parlando in modo criptico (ho scritto in Madre Lingua)
      *un'inutile polemica (ho letto l'etimo "Polemica" somiglia alla descrizione delle sue risposte)
      La mia era solo un'attestazione di conformità...

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    4. Io invece vorrei precisare che " criptico " non è una lingua straniera ( dice di essersi espresso in Madre Lingua ), ma si usa questo termine per indicare una modalità di scrittura dal significato oscuro, ambiguo.
      Esattamente come la Sua ( all'esordio, almeno ).
      C'est tout.

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    5. Non dia tutto per scontato.
      Allez à tout à l'heure.

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    6. Cerco di non farlo, ma la natura umana è fallace: si può sempre sbagliare.

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  4. Mi piace molto questa presentazione e la domanda se sia etica l'accoglienza indiscriminata senza poter garantire una dignità e sicurezza di vita, l'Italia è un paese ospitale per natura, con un forte senso della solidarietà e lo dimostra ampiamente da tempo, certamente non può essere la sola a rispondere all'emergenza immigrazione, che ha motivi concreti ma anche una mano oscura che tratta vite umane, mettendole su barconi fatiscenti, facendosi pagare tanto, che inevitabilmente finiscono per affondare. Fermo restando che non si può lasciare morire la gente in mare, che l'Italia non può essere l'unica a muoversi, che non si può far passare per mostri chi dice che l'Italia non può farsi carico di tutti, come hanno fatto le precedenti mal gestioni, che hanno aiutato gli altri dimenticandosi dei propri cittadini, creando reazioni e indignazione, tuttavia non si può nemmeno far pagare agli immigrati onesti e integrati da anni le colpe di quelli criminali, bisogna spezzare questa rabbia, questo odio feroce e indiscriminato che rischia di esplodere pericolosamente. Credo sia di aiuto a tutti fermarsi a riflettere e leggere il libro di Enzo Bianchi, che stimo e ha un linguaggio profondo e semplice. Perdonami Frida se mi sono dilungata più del solito, la sintesi non è una mia virtù.

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  5. Ma l'esaustività, sì…
    Abbi il mio sorriso.

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