sabato 12 gennaio 2019
DONO E PERDONO 3
(…) La vendetta può rendere felice chi la compie per un istante,non
per sempre, ma soprattutto ha la possibilità di rendere cieco
chi la esegue, fino ad ottenebrare la sua ragione, ad arrestare
e contraddire il cammino di umanizzazione, facendo emergere
come dominante l'animale che è in lui. La vendetta è una
malattia che nasce da un piccolo germe: quello di voler
impartire una lezione all'offensore, ma diventa ben presto una
vera epidemia di violenza difficile da arginare.
Di fronte al sorgere di pensieri, progetti e comportamenti di
vendetta, occorre decidere di non assecondarli. Ogni lungo
cammino comincia con un primo passo: e il primo passo del
cammino del perdono è una rinuncia, un " no" determinato al
" farla pagare ". Ci vogliono molto coraggio, molta
determinazione e anche una certa padronanza di sé. Non si
tratta di decidere con un volontarismo sentito come una legge,
ma con la volontà di volere l'umanizzazione di se stessi e di
chi ha provocato l'offesa. Il perseguimento di questa decisione
richiede tempo ed è più facile per chi è allenato alla rinuncia
e sa dominare i suoi istinti, le sue collere, le sue aggressività.
Dice il Salmo: " Rinuncia all'ira e deponi lo sdegno. Non
irritarti: ne verrebbe del male ". (…)
Enzo Bianchi da Dono e perdono
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