mercoledì 30 gennaio 2019
ERO STRANIERO E MI AVETE OSPITATO 2
(…)Va anche riconosciuto che,poco per volta,questo atteggiamento
di diffidenza e di difesa tende ad inquinare tutti i nostri rapporti,
al punto che finiamo per non praticare più l'ospitalità neppure
nei confronti di chi possiamo definire-letteralmente -il prossimo,
cioè chi è " più vicino", chi vive accanto a noi condividendo la
stessa lingua e la stessa cultura.Così le nostre case assomigliano
sempre più a fortezze protette da serrature, porte, cancelli,
sistemi di allarme, telecamere, recinti e muri: siamo diventati
progressivamente succubi di una mentalità che si restringe e si
chiude a ciò che appare come " altro", sconosciuto, nuovo,
diverso. Finiamo allora per pensare l'ospitalità soltanto come
indirizzata a coloro che noi invitiamo: ma l'invitato non è un
ospite, né le attenzione usate verso di lui sono ospitalità…
L'altro, il vero altro- infatti-non è colui che scegliamo di invitare
in casa nostra , forse anche con il retropensiero di essere poi a
nostra volta invitati, bensì colui che emerge -non scelto - davanti
a noi: è colui che giunge a noi portato semplicemente dall'
accadere degli eventi e dalla trama intessuta del nostro vivere,
perché l'ospitalità è " crocevia di cammini ". L'altro è colui che
sta davanti a noi come una presenza che chiede di essere accolta
nella sua irriducibile diversità; poco importa se appartiene a
un'altra etnia, un'altra fede, un'altra cultura: è un essere umano
e questo deve bastare affinché noi lo accogliamo. In altre parole,
perché dare ospitalità ? Perché si è uomini, per divenire uomini,
per umanizzare la nostra umanità.
O si entra nella consapevolezza che ciascuno di noi, in quanto
venuto al mondo, è lui stesso ospite dell'umano, oppure l'
ospitalità rischia di restare tra i doveri da adempiere: sarà
magari tra i gesti significativi a livello etico, ma si situerà su un
piano fondamentalmente estrinseco e non diverrà un rispondere
alla vocazione profonda dell'uomo, un realizzare la propria
umanità accogliendo l'umanità dell'altro. (…)
Enzo Bianchi da Ero straniero e mi avete ospitato
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Molto bello e veritiero
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