sabato 26 gennaio 2019

LA MEMORIA RENDE LIBERI 1

 
 

" L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa: è l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte " ( L. Segre )


(…) E' questione di pochi anni, poi non ci saranno più testimoni in
       vita della Shoah. E peraltro già oggi il loro racconto, la storia
       della loro esperienza nel giro infernale più raccapricciante
       della storia contemporanea, suscita una crescente indifferenza,
       come se fosse l'ennesima riproposizione di una vicenda già
       archiviata. E' quasi inevitabile che sia così, perché la memoria
       ormai si focalizza solo all'interno del perimetro di Auschwitz,
       il punto terminale della  Soluzione Finale. E in questo modo, la
       più spaventosa politica sistematica di persecuzione che il
       mondo abbia conosciuto, perde il suo contesto e diviene una
       sorta di questione privata tra due gruppi estranei al mondo di
       oggi. Non ci sono quasi più i nazisti che perseguitavano,
       rastrellavano e mandavano a morte di Ebrei, e tra poco non ci
       saranno neanche più i pochi superstiti della loro macchina di
       genocidio. I primi misero in atto la Shoah, ai secondi è toccato
       l'ulteriore scempio di rievocarla. Così, un'immensa tragedia
       storica, resa possibile da una rete decisionale di complicità e
       di omertà che copriva mezza Europa, è stata trasformata nel
       racconto di chi è riuscito a tornare, e nel silenzio totale e
       definitivo di tutti gli altri testimoni rimasti in vita: i milioni di
       tedeschi, italiani, olandesi, francesi, polacchi, cechi,
       ungheresi, rumeni e slavi che contribuirono attivamente - e
       spesso con uno zelo superiore ai loro orchestratori - all'opera
       di isolamento, identificazione, segregazione, rastrellamento e
       invio ai campi di sterminio degli ebrei, ma anche degli
       zingari, degli omosessuali e degli oppositori politici. Ogni
       anno, con la dolente routine ipocrita di chi concepisce il
       Giorno della Memoria come una data rituale, si chiama il
       sopravvissuto di turno a raccontare l'orrore alle scolaresche,
       si riproietta  Schindler's List o La vita è bella, e la coscienza
       civile pare salva.  (…)



       Enrico Mentana  ( Introduzione a ) La memoria rende liberi


2 commenti:

  1. Molto importante questo testo e questo libro, fondamentale la sottolineatura di Segre, Dio solo sa quanta indifferenza ci sia nella società odierna (ometto volutamente il termine moderna, perché mi sembra si vada indietro e non avanti e nelle accezioni negative), è proprio il cancro più diffuso...conosco il film ma ancora non trovo il coraggio di vederlo...

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  2. E' davvero un film molto bello e coinvolgente ( come ogni fatto che riguarda i bambini ) , ma non cruento come alcuni documentari sul tema che - appunto - devono " documentare", cioè renderci edotti su fatti tragici e luttuosi realmente accaduti.
    In casi come quello di cui si parla, userei il termine " strazianti".
    Grazie del commento che testimonia profondo coinvolgimento col tema trattato.

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