venerdì 20 maggio 2022

VITA E POESIA DI ANAGNOSTAKIS 2

 

ATTESA


Stanze ingiallite, donne anemiche

le sere senza luce, figure inverosimili.

passavano, passavano accanto a noi e noi non volevamo più

conoscerli.

Questi uomini chi li ha abbandonati, perché ci hanno

assassinato il sole?

Le sere sempre senza luce, la nebbia ci piantonava.

Ignoti rumori perduti, bambini che piangono a mezzanotte

e una lontana amara armonica che ferisce sempre lo stesso

motivo

( Forse Oscar, Thomas o Hans Bauer da Norimberga )

Notti innumeri vegliavamo, vegliavi con noi.

a Parigi, a Londra, a Leningrad, nella mitica Belgrado.

Cosa tenevi nelle tue mani, dove la tua voce ci chiamava?

Noi ti aspettavamo senza mai flettere e le sere erano sempre

senza luce.

Nelle stanze ingiallite si aggirava la tua ombra incerta

ci indicavi sopra le lacrimose finestre una estrema speranza

un lampo nelle notte, una Primavera infuocata.

E  noi vegliavamo la notte e vegliavi con noi.

a Parigi, a Praga, a Leningrad, nella mitica Belgrado.

Nelle nostre mani violentemente manipolavamo un'estrema

goccia di vita.

E invano ti abbiamo atteso.



                                       ***


ADESSO


Adesso non rimane null'altro le nostre due - tre parole in un

angolo della strada

molto in fretta non ci fu tempo per così insignificanti

indefinitezze.

Non dimenticherò che avevamo degli amici e un giorno non

li abbiamo più trovati.

Forse più pesante divenne la nostra mano, avendo un giorno

maggiormente

percepito il mondo.

Adesso, superfluo ogni discorso, ciascuno meno

degno dell'altro.

I suoni,i colori, la sensazione gridano con un nuovo

significato.

Abbiamo imparato la necessità dell'amarezza e compatito

l'altro e imparato

a temprare la nostra memoria e approfondire il nostro cuore.

Adesso ormai chi abbasserà la testa in vane suppliche:

queste due - tre parole rimaste incompiute forse un giorno

non si compiranno mai.

- Cosa mai finirà e mai diremo che è finito? -

Qui tutto si misura senza pietà, vogliamo amare senza limiti.

Adesso ormai non s'è ristretto il nostro braccio per

accogliere tutti gli uomini.



                                        ***


UNA VOLTA...


Una volta erano i laghi infelici dell'estate

le scaglie iridescenti sulle battute dei nostri remi

i crepuscoli agostani delle pende dell'adolescenza

le primissime stelle che rabbrividivano nel cielo.

Una volta erano i giardini squisiti della sera

il denso fogliame al piccolo crocevia

tante canzoni come sussurri nelle notturne attese.

Tu ed io parlavamo delle ultime pioggerelle della Primavera

di qualche libro chiuso gettato sull'erba

di una sensazione venuta per diventare morte

di una infinita poesia che la nostra gioventù sfogliava.

Un giorno conquisteremo questa nostra perduta visione

quando non più il tuo sonno tormenteranno gli incubi della malattia


sopra le nostre mura scagliando un grido di sacrificio.

Un giorno la conquisteremo, sarà nuovissima l'adolescenza

quando i laghi saranno diventati trivi per i cuori degli uomini


e sciabolate scintilleranno nei colpi dei nostri corpi

conquisteremo quel crepuscolo agostano del dolore

fuorilegge.


Le primissime stelle che benedicevano il nostro ardire

i giardini squisiti con le rose recise dai nostri figli

sparse ed estranee nel piccolo crocevia

con le canzoni dell'Estate calde nella carne della nostra

passione

col libro che parlava di te, di me, di colui che ti è accanto

con una indomabile sensazione venuta per diventare Vita

con la Poesia divenuta Amore.



            Manòlis  Anagnostàkis   


Le poesie presentate non risultano inserite in nessuna raccolta: sono del tutto sconosciute se si pensa che sono state pubblicate una sola volta negli anni 1945 - 46- 47 nella rivista anti regime " Lettere libere" poi eliminata e letteralmente scomparsa.

Sono state ultimamente ritrovate dallo studioso e ricercatore Vassos Vofnvas  e tradotte da Crescenzo Sangiglio.



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