martedì 3 maggio 2022

LA QUARTA STELLA DI GISELLA

 


                                                           Io ero lontanissima, ero qui...


" E questo mio nulla e mio plurale..." .Ecco che l'Io si slarga in un  Noi che è quello dell'amore, in un mondo di cui si conosce il male, ma si preferisce il bene; in cui l'amore appare come un approdo. Una poesia - quella di Genna - che è per scelta di " ombrosa grazia", che non disconosce l'orrore del pianeta, ma si propone di superarlo.




Sono nata un venerdì, giorno pari dell'inverno

gli anni sgranati una vertebra alla volta.

Tolgo briciole dalla tavola della colonia antica

della casa bianca nel prato del bosco

dove andavamo insieme ai grandi;

la rosa di mia madre è testimonianza

sera che si scioglie fra le dita.



                                     ***


Dite ai miei morti di apparirmi

perché mi sento sola come loro

e non ho più uno specchio

dove guardare altrove.


Dite loro di svegliare il cielo

dal torpore di un tempo finito.


Io non so niente e ancora cerco

tra le volte e il fogliame

un segno, un filo

un'anticipazione.



                                      ***


Era un esistere impreciso,

uno scarto, camminare

in tempi e cieli distanti

tra bordi e mura di ogni luogo

nelle trame di una città :

corpi amati, destinati.

Trovarsi nell'afa di un'estate

sulle rive di un continente;

io ero lontanissima, ero qui.



                                           ***


Sbocciano come fiori alcune voci,

il segno si stende sul mondo -

vado dovunque in sospensione

verso un altissimo biancore

e questo nulla mio e plurale.



                                       ***


Emergere da un mare incerto

mani sulla nuca, geografie di un volto

luce che rimanda a un corpo bianco.

L'ora in cui le lettere composero la forma

all'ombra della quarta stella.




              Gisella  Genna   da    La quarta stella



2 commenti:

  1. Amo quella "sera che si scioglie tra le dita"! Mi riporta a un tempo passato dove tutto era più "semplice" più "pulito" e la sera si scioglieva tra le dita con la tacita promessa che la "normalità" del giorno dopo mi avrebbe regalato un'altra sera da ricordare oppure, almeno, da alimentare la speranza.

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  2. In effetti i tempi - in modo estremamente rapido - sono radicalmente cambiati, sia nei contenuti ( sono mutati i valori ) che nelle modalità di vita. E se da una parte ciò è abbastanza ovvio e naturale, la rapidità dei cambiamenti, oltre che l'estrema mutevolezza delle manifestazioni di vita, non possono che far nascere una sorta di rimpianto per il tempo in cui tutto era più semplice e le speranze più vive...Oggi si fa tutto di corsa, quasi senza avere il tempo di meditare sulle cose, ma soprattutto manca la speranza che il futuro sia migliore...

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