Io ero lontanissima, ero qui...
" E questo mio nulla e mio plurale..." .Ecco che l'Io si slarga in un Noi che è quello dell'amore, in un mondo di cui si conosce il male, ma si preferisce il bene; in cui l'amore appare come un approdo. Una poesia - quella di Genna - che è per scelta di " ombrosa grazia", che non disconosce l'orrore del pianeta, ma si propone di superarlo.
Sono nata un venerdì, giorno pari dell'inverno
gli anni sgranati una vertebra alla volta.
Tolgo briciole dalla tavola della colonia antica
della casa bianca nel prato del bosco
dove andavamo insieme ai grandi;
la rosa di mia madre è testimonianza
sera che si scioglie fra le dita.
***
Dite ai miei morti di apparirmi
perché mi sento sola come loro
e non ho più uno specchio
dove guardare altrove.
Dite loro di svegliare il cielo
dal torpore di un tempo finito.
Io non so niente e ancora cerco
tra le volte e il fogliame
un segno, un filo
un'anticipazione.
***
Era un esistere impreciso,
uno scarto, camminare
in tempi e cieli distanti
tra bordi e mura di ogni luogo
nelle trame di una città :
corpi amati, destinati.
Trovarsi nell'afa di un'estate
sulle rive di un continente;
io ero lontanissima, ero qui.
***
Sbocciano come fiori alcune voci,
il segno si stende sul mondo -
vado dovunque in sospensione
verso un altissimo biancore
e questo nulla mio e plurale.
***
Emergere da un mare incerto
mani sulla nuca, geografie di un volto
luce che rimanda a un corpo bianco.
L'ora in cui le lettere composero la forma
all'ombra della quarta stella.
Gisella Genna da La quarta stella
Amo quella "sera che si scioglie tra le dita"! Mi riporta a un tempo passato dove tutto era più "semplice" più "pulito" e la sera si scioglieva tra le dita con la tacita promessa che la "normalità" del giorno dopo mi avrebbe regalato un'altra sera da ricordare oppure, almeno, da alimentare la speranza.
RispondiEliminaIn effetti i tempi - in modo estremamente rapido - sono radicalmente cambiati, sia nei contenuti ( sono mutati i valori ) che nelle modalità di vita. E se da una parte ciò è abbastanza ovvio e naturale, la rapidità dei cambiamenti, oltre che l'estrema mutevolezza delle manifestazioni di vita, non possono che far nascere una sorta di rimpianto per il tempo in cui tutto era più semplice e le speranze più vive...Oggi si fa tutto di corsa, quasi senza avere il tempo di meditare sulle cose, ma soprattutto manca la speranza che il futuro sia migliore...
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