domenica 22 maggio 2022

SEMBRAVA IL SOLE ( a Carola )

 


                                                                Fa freddo staccarsi da sé



Da questi testi brevi ed essenziali trapela un Io vigile e accorto, che controlla con attenzione ogni aspetto della scrittura: dalla metrica, alla sintassi, al lessico, così che la poesia finisce con lo scaturire da un felice connubio tra la sfera emotiva e l'intelletto. Nell'incontro fra luce e ombra, l'autrice dà vita a suggestive evanescenze, a immagini impalpabili, flash non perfettamente messi a fuoco, quasi reminiscenze di sogni o reperti di memoria che affiorano nella loro labile sostanza. Siamo - di fatto - di fronte a una poetica dell'astrazione, dalla quale gli oggetti del quotidiano sono pressoché assenti. Della medesima e rarefatta inconsistenza non è esente la dimensione corporea; eppure il corpo rivendica - di tanto in tanto - la propria carnalità, ma questa viene pronunciata con la medesima pacatezza, senza alzare il volume della voce : ecco - allora - che viene sussurrata l'irruenza dei colpi inferti, dei nervi che sussultano, dell'impeto ansimante dei respiri. Tale propensione ad astrarre si lega ad una percezione del mondo diversa dall'usuale, che può generare un senso di incomunicabilità; e la solitudine è un atto di nascita e di rinascita, è il dolore necessario del lasciar andare parti di sé che si rifrangono in volti incontrati lungo il cammino, sulla linea del tempo che congiunge l'origine al dopo; un tempo reso - a tratti - immobile dal potere dello scatto, dell'istantanea che ferma l'istante, fissando sul foglio bianco quella parola destinata a scivolare nel silenzio e nel vuoto.




Non sempre i nostri corpi hanno una notte 

precedente. Chissà se alla tua casa

basterà mai il silenzio del mare

quando non l'accompagnerà più

il nostro nudo e continuo chiamarci.

Pulsa, bandiera al vento, la tua pelle.



                                    ***


Qualcosa è successo : come quel giorno

di Sicilia i capelli intrappolati

tra le ciglia suggerivano forse

il sentimento: più di ciò che siamo,

di accorgersi della solitudine

nell'essere impotenti a se stessi

tra i rumori sordi delle palpebre.



                                      ***


Lasciar andare la terra è cullarsi

in altri luoghi, è precipitare al di là

di noi stessi, l'aspetto soffocante

del conoscersi, il primo desiderio.



                                        ***


Tornare allo stesso sogno di prima

ci fa sparire nel paesaggio

mattutino : nel gioco di un fremito

sorprendo il sussurro dei nervi,

tutto quello che trema in questa stanza.



                                           ***


Quando la mia ombra ti entrava negli occhi

faceva rabbrividire, lecito

custode, ogni altra cosa scompariva

e alla memoria non restava altro che

il cielo in terra, e ciò che non si dice.



                                       ***


I giorni passati sono ormai veglie

consacrate, lo è il fuoco prematuro

in questa casa; nel suo crepitare

vi è come una premura : la suprema

grazia di una parola udita, e basta.



                                      ***


Capitava che la risposta fosse

il cielo  stesso, le ombre che formava

ondulate di noi interi e senza mai

del tutto lasciarsi comprendere.



                                        ***


Fa freddo a essere vigili nel mondo

di veglia e più vigili su una terra

che dorme : fa freddo a staccarsi da sé,

scossi anche noi dormienti dal vento

che passeggeri ci solleva appena.




               Carola  Allemandi  da   Sembrava il sole



                                          Notturno 023  di Carola Allemandi



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