Le sere sempre senza luce...
Nato a Salonicco nel 1925, laureato in Medicina con una specializzazione in Radiologia, in piena guerra civile e come conseguenza della sua attività ideologicamente contraria a quella del regime, fu arrestato nel 1948, torturato, condannato prima a morte e successivamente imprigionato fino al 1951 nelle carceri di Jedì Kulè di Salonicco, famose per la loro durezza.
Sin dagli annni della sua adolescenza ( 1944 ), Anagnostakis si distinse per i suoi sentimenti antinazisti e antifascisti e successivamente si schierò contro il potere oppressivamente conservatore posto in atto dai Britannici dopo gli accordi di Varkisa nel 1944 e la deposizione delle armi da parte della mano armata del PCG.
La Rivista " Avvio", ben riflette le idee politiche postulate da Anagnostakis sia nella poesia che nelle pagine di critica ivi pubblicate, che coniugavano per la prima volta in Grecia la prassi poetica con l'azione politica, come premessa di una nuova e coinvolgente etica fondata sull'indipendenza di pensiero e su un perentorio rifiuto di direttive provenienti " dall' alto", ciò che gli valse la radiazione dal partito nel 1946.
Negli anni dal 1945 al 1962 il poeta pubblica sei raccolte di versi, dopo il quale ci fu un lungo silenzio poetico che durò fino al 1971, quando pubblicò l'ultimo complesso di poesie dal titolo " Il bersaglio", ultimo atto di libertà di espressione prima dell'imposizione di una soffocante censura. In una delle rare interviste concesse, Anagnostakis precisò la ragione di quel silenzio quasi decennale : " Nell'alterato paesaggio della nostra epoca, non scriverò ancora. Ho completato la mia opera: scelgo il silenzio".
Anagnostakis è stato inserito nelle cerchia dei poeti caratterizzati come " politici", definizione che egli sempre rifiutò in modo categorico : " Mi hanno considerato poeta puramente politico, ma personalmente non credo di esserlo. Sono un poeta della politica e dell'amore, due cose che si combinano. E' l'epoca che combina questi due caratteri. Voglio dire perciò :" Non si poteva essere poeta d' amore dimenticando la cornice politica nella quale - in quell'epoca - le passioni politiche erano così rigogliose. L'elemento politico e l'espressione politica erano insiti in ogni situazione d'amore ".
In questo senso la poesia di Anagnostakis si avvicina molto a quella di Paul Eluard, poeta d'amore ma non meno politicamente impegnato. Il solo punto di diversità fra i due sta nella scelta della " funzione poetica" : in Anagnostakis si manifesta secondo la " funzione" realista", mentre in Eluard in quella surrealista.
( f. )
Gli "spiriti liberi" hanno sempre dato fastidio! E non solo ai potenti. Che ce ne facciamo di una persona che non si può "incanalare", pilotare, inquadrare? Logica dell'alveare!
RispondiEliminaNegli anni mi sono convinto che la quasi certezza di essere nel "giusto" mi arriva dall'ostilità delle parti contrapposte.
C'è molto di vero nella tua analisi, ma personalmente preferisco essere me stessa e dire quello che penso, anche se va controcorrente...
RispondiEliminaCerto è che nelle società democratiche per questo non si rischia nulla ( e ci sono molti che addirittura ne approfittano per dire falsità e gettare fango su ipotetici nemici - specie politici- ).
Ma questo per la verità succedeva anche in altre epoche storiche , là dove era permesso ( vedi nelle città dovere c'erano forme di governo ispirate al Demos ); invece la censura e la persecuzione sappiamo tutti che sono caratteristiche di tutte le epoche dove sono in vigore le Dittature ( Non importa poi se di Destra o di di Sinistra ).