lunedì 9 maggio 2022

L'UNITA' DI RISVEGLIO DI GIOVANNA

 


                                 Io sto nel mezzo e non mi sono mai sentita così sola...




" Il 28 Maggio 2005 sono uscita di casa la mattina per fare una banale visita otorinolaringoiatrica poiché da qualche giorno sentivo un fastidio all'orecchio, e poiché avevo in programma un viaggio alla fine della scuola - con la mia famiglia - pensavo fosse meglio chiarire l'origine di tale disturbo prima di partire. Mai avrei immaginato il tipo di viaggio che invece mi sarebbe toccato in sorte...

Sono tornata a casa non la sera - come pensavo - ma sei mesi dopo, cambiata profondamente dall'esperienza attraversata. Un riflesso vagale dovuto a un piccolo intervento nel corso della visita, mi ha precipitata in un coma durato tre settimane.

Questa raccolta poetica è la narrazione in versi di quell'esperienza...".  ( G.R. )





L' ultimo ricordo è la tua voce,

prima che tutto si confonda

e poi sbiadisca, in controluce;

dopo c'è stato un volo nella notte,

un tuffo dentro l'acqua più profonda,

lo scivolare netto dove l'ombra inghiotte

l'aria, e l'onda è un vortice che spiomba...

Mentre ogni cosa rimbomba per voi

che rimanete, a custodire il corpo inerme

chiuso nel silenzio e nell'assenza,

ormai slacciato da ogni appartenenza...



                                         ***


ESSERE DA NESSUNA PARTE


Sprofondata in un torpore ormai letargico

il sonno le sottrae peso, la testa guida

la deriva delle membra, esaurirsi

delle correnti di piena, estinzione di flusso.


Ciò che arriva non ha nome

è un ronzio di confusione

disabitata, un naufragio opaco

dove non riesce - ancora -

a entrare nulla - che non si lascia

riempire. Mentre tutto il resto

va avanti come deve, come

ha sempre saputo,

imprevedibilmente.



                                            ***


Eppure non mi sono persa,

ho continuato ad esserci,

diversa, ad ascoltare il mondo

da lontano, le vostre voci

sussurrare piano.

Ed è il sapervi che mi ha tenuto

in vita, questi legami, a cui

sono ancorata. E' stato un viaggio

della mente dentro l'abbandono,

il corpo immobile come controfigura,

e la paura, l'angoscia di non farcela da sola,

un senso di minaccia che perdura

e non si smorza, vedersi dal di fuori

nel buio colorato di rumori...

E il freddo della lama nella gola

e non sapere cosa viene ancora...

( Lo sbatterei sui ferri delle braccia,

i tubi che mi corrono la faccia ...)

Se ci sarà ritorno da questo affanno

rallentato, da questo assedio

di sussulti, da questa prova

che ci è richiesta, cercando

orientamento nell'arcipelago

olfattivo in cui siamo

smarriti, in questo brancolare

infido che ci ha catturati...



                                      ***


C'è una guerra che insanguina la notte

un bagliore rallentato che si espande

e che non smette di gelar le vene -

quando potremo ancora rimanere insieme

dispersi come siamo, scaraventati via

senza capire dove e come, abbandonati

dalla mano che ci custodiva, questa minaccia

incomprensibile che preme e che ci schianta,

questo macigno greve che ci annienta


questo vagare oscuro che non si risolve

e che cancella ciò che è stato,

ci oblitera il passato, ce lo toglie...



                                         ***


UN ALTRO TEMPO


For us like any other fugitive,

like the numberless flowers that cannot number

and all the beasts that need not remember,

it is to- day in which we live.


Abbiamo tutti un segno rosso sulla gola -

la traccia del passaggio che non ci ha risparmiato,

gli anziani dallo sguardo ormai svanito

e i giovani che nulla ormai rincuora.

Io sto nel mezzo:

e non mi sono mai sentita così sola.




                Giovanna  Rosadini    da    Unità di risveglio



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