Io sto nel mezzo e non mi sono mai sentita così sola...
" Il 28 Maggio 2005 sono uscita di casa la mattina per fare una banale visita otorinolaringoiatrica poiché da qualche giorno sentivo un fastidio all'orecchio, e poiché avevo in programma un viaggio alla fine della scuola - con la mia famiglia - pensavo fosse meglio chiarire l'origine di tale disturbo prima di partire. Mai avrei immaginato il tipo di viaggio che invece mi sarebbe toccato in sorte...
Sono tornata a casa non la sera - come pensavo - ma sei mesi dopo, cambiata profondamente dall'esperienza attraversata. Un riflesso vagale dovuto a un piccolo intervento nel corso della visita, mi ha precipitata in un coma durato tre settimane.
Questa raccolta poetica è la narrazione in versi di quell'esperienza...". ( G.R. )
L' ultimo ricordo è la tua voce,
prima che tutto si confonda
e poi sbiadisca, in controluce;
dopo c'è stato un volo nella notte,
un tuffo dentro l'acqua più profonda,
lo scivolare netto dove l'ombra inghiotte
l'aria, e l'onda è un vortice che spiomba...
Mentre ogni cosa rimbomba per voi
che rimanete, a custodire il corpo inerme
chiuso nel silenzio e nell'assenza,
ormai slacciato da ogni appartenenza...
***
ESSERE DA NESSUNA PARTE
Sprofondata in un torpore ormai letargico
il sonno le sottrae peso, la testa guida
la deriva delle membra, esaurirsi
delle correnti di piena, estinzione di flusso.
Ciò che arriva non ha nome
è un ronzio di confusione
disabitata, un naufragio opaco
dove non riesce - ancora -
a entrare nulla - che non si lascia
riempire. Mentre tutto il resto
va avanti come deve, come
ha sempre saputo,
imprevedibilmente.
***
Eppure non mi sono persa,
ho continuato ad esserci,
diversa, ad ascoltare il mondo
da lontano, le vostre voci
sussurrare piano.
Ed è il sapervi che mi ha tenuto
in vita, questi legami, a cui
sono ancorata. E' stato un viaggio
della mente dentro l'abbandono,
il corpo immobile come controfigura,
e la paura, l'angoscia di non farcela da sola,
un senso di minaccia che perdura
e non si smorza, vedersi dal di fuori
nel buio colorato di rumori...
E il freddo della lama nella gola
e non sapere cosa viene ancora...
( Lo sbatterei sui ferri delle braccia,
i tubi che mi corrono la faccia ...)
Se ci sarà ritorno da questo affanno
rallentato, da questo assedio
di sussulti, da questa prova
che ci è richiesta, cercando
orientamento nell'arcipelago
olfattivo in cui siamo
smarriti, in questo brancolare
infido che ci ha catturati...
***
C'è una guerra che insanguina la notte
un bagliore rallentato che si espande
e che non smette di gelar le vene -
quando potremo ancora rimanere insieme
dispersi come siamo, scaraventati via
senza capire dove e come, abbandonati
dalla mano che ci custodiva, questa minaccia
incomprensibile che preme e che ci schianta,
questo macigno greve che ci annienta
questo vagare oscuro che non si risolve
e che cancella ciò che è stato,
ci oblitera il passato, ce lo toglie...
***
UN ALTRO TEMPO
For us like any other fugitive,
like the numberless flowers that cannot number
and all the beasts that need not remember,
it is to- day in which we live.
Abbiamo tutti un segno rosso sulla gola -
la traccia del passaggio che non ci ha risparmiato,
gli anziani dallo sguardo ormai svanito
e i giovani che nulla ormai rincuora.
Io sto nel mezzo:
e non mi sono mai sentita così sola.
Giovanna Rosadini da Unità di risveglio
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